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Startup e innovatori alla Camera: “Digital Omnibus più ambizioso o l’Europa resterà indietro”

04
Dicembre 2025
Di Virginia Caimmi

Presentato nella Sala Stampa della Camera dei Deputati l’Appello per un Digital Omnibus più ambizioso, una richiesta forte e trasversale dell’ecosistema dell’innovazione italiano per una revisione strutturale delle norme digitali europee, a partire dall’AI Act. L’iniziativa, promossa dall’On. Andrea Volpi e dall’On. Antonio Giordano, ha visto la partecipazione di Italian Tech Alliance, ANGI, Zest, AI Salon e numerose startup e imprese tecnologiche.

Il Manifesto presentato durante l’incontro denuncia un quadro normativo europeo eccessivamente stratificato: oltre 70 nuove normative digitali dal 2019, più di 100 leggi attive e 270 regolatori. Numeri che, secondo gli innovatori presenti, ostacolano la capacità competitiva delle imprese europee. Il GDPR avrebbe aumentato del 20% i costi dei dati rispetto agli Stati Uniti, mentre la quota dell’Europa nella capitalizzazione tech globale è crollata dal 20% al 4% dagli anni 2000 a oggi.

Per startup e imprese, il Digital Omnibus proposto dalla Commissione appare ancora troppo “timido e cosmetico”, incapace di correggere gli errori accumulati e di preparare un continente realmente “AI-ready”. “Le startup italiane sono pronte a fare la loro parte, ma servono istituzioni ambiziose almeno quanto loro”, ha dichiarato Roberto Magnifico di Zest Innovation. Il mondo startup sottolinea che la normativa attuale non incoraggia gli imprenditori: “Non chiediamo fondi o investimenti – hanno ribadito – ma un terreno fertile per poter fare impresa, per trattenere talenti e permettere la nascita di nuove realtà innovative”. Significativo il riferimento ai blocchi nell’ambito sanitario, dove i comitati etici per l’AI rallentano l’adozione di nuove soluzioni: “Mettono le ganasce ai piedi”, è stato detto. Nel mondo della tecnologia, dieci anni equivalgono a “un’età geologica”: per questo viene chiesto coraggio politico, un cambio di rotta reale che agevoli l’industria invece di zavorrarla, se l’Europa vuole competere con Stati Uniti e Asia.

L’On. Antonio Giordano, Segretario del partito conservatore europeo (ECR), ha richiamato il rischio di un’Europa iper-regolatrice ma poco capace di innovare: “La rotta è chiara: da una parte c’è la tutela della privacy, dall’altra il diritto all’innovazione. I cittadini europei hanno diritto di competere con il resto del mondo. Abbiamo la migliore regolamentazione sull’IA senza avere l’intelligenza artificiale. Gli equilibri sono complessi, ma per noi di ECR la linea è netta: diritti tutelati, libertà di innovare sostenuta”. L’On. Andrea Volpi ha insistito sulla necessità di “un intervento serio e incisivo per semplificare il quadro normativo europeo”, anche per valorizzare asset nei quali è coinvolto il Made in Italy. Il Digital Omnibus, ha ribadito, è “un’occasione imperdibile per intervenire”.

In chiusura, un appello aperto: tutte le startup e le realtà dell’ecosistema sono invitate a sottoscrivere il documento attraverso Zest o AI Salon, per costruire una coalizione più ampia in vista del confronto europeo. “Occorre essere più ambiziosi sul Digital Omnibus per le future generazioni”, è stato ribadito, con un obiettivo comune: restituire all’Europa la capacità di costruire tecnologia, attrarre investimenti e trasformare l’innovazione in valore industriale