Politica

Riforma Csm, stop a “porte girevoli”, prova di tenuta del governo sulla giustizia

11
Febbraio 2022
Di Barbara Caracciolo

«Una riforma esigente e ineludibile una esigenza soprattutto per la magistratura che ha bisogno di essere un pochino più severa con se stessa per recuperare una fiducia e credibilità che negli ultimi tempi sono calate ai minimi storici». La ministra della Giustizia Marta Cartabia ha scelto queste parole per riassumere il lungo dialogo e confronto che ha portato alla approvazione in consiglio dei ministri della riforma del Consiglio superiore della magistratura (Csm), l’organo di autogoverno delle toghe scosso da scandali interni legati alla vicenda Palamara.

Voltare pagina con regole nuove e più vigorose, questa la mission, che faranno bene soprattutto alla giurisdizione e ai cittadini che hanno diritto di recuperare piena fiducia nella nostra magistratura.

L’INTERVENTO DELLA RIFORMA
«Abbiamo messo mano al sistema elettorale del Csm e abbiamo riscritto il capitolo delle cosiddette “porte girevoli” per i magistrati che entrano in politica» ha spiegato la ministra entrando nel vivo della riforma «e abbiamo modificato in modo incisivo le modalità di nomina del Csm e dei vertici apicali per evitare nomine a pacchetto e accordi poco virtuosi. Abbiamo affrontato anche diversi temi come la valutazione di professionalità».
Sui tempi, la ministra si è mostrata ottimista. «Stiamo già lavorando ai decreti legislativi di attuazione: abbiamo preso l’impegno con l’Europa di portarli a termine entro la fine dell’anno e io confido di poter anticipare i tempi almeno per il penale. Stiamo lavorando bene e alacremente». E con riferimento al testo approvato oggi dal governo la Guardasigilli ha rassicurato: «Questi sono emendamenti a un disegno di legge delega che è già incardinato in Parlamento. Sono state già fatte le audizioni e sono già stati presentati gli emendamenti parlamentari e quindi siamo in una fase avanzata e mi risulta che la Camera abbia già calendarizzato la discussione verso la fine di marzo. Quindi – ha concluso – se non ci sono intoppi non ci sarà la necessita di proroghe». 

UNA PROVA DI TENUTA DEL GOVERNO
L’approvazione della riforma senza particolari divergenze in consiglio dei ministri si è rivelata una valida prova di solidità della squadra di governo. E Draghi ha scongiurato il rischio rimasti: «La squadra di governo è efficiente e va avanti». Quanto a un suo impegno in politica dal 2023, ha chiuso, forse, definitivamente il discorso: «Lo escludo. Ho visto che tanti mi candidano in tanti posti in giro per il mondo. Ringrazio moltissimo tutti ma se per caso decidessi di lavorare dopo questa esperienza, probabilmente un lavoro lo troverei anche da solo…».

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