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 Il “caso” Garofani

22
Novembre 2025
Di Redazione

Nella settimana in cui il mondo guarda con il fiato sospeso alla proposta di “pace” sull’Ucraina portata avanti da Stati Uniti e Russia (già scriverli insieme fa impressione), a rubare la scena in Italia è una storia che forse in passato non avrebbe trovato accesso ai mezzi d’informazione, o sarebbe rimasta confinata a qualche mezza battuta nei corridoi del potere romano. 

E invece è diventata il “caso Garofani”, ovvero: la tempesta perfetta in un bicchiere d’acqua. Una cena privata ma con molti commensali, un Consigliere del Quirinale particolarmente loquace, alcune osservazioni infelici su un possibile “scossone” al Governo. 
E poi, la dinamica ormai ben nota: qualcuno ascolta, scrive e manda tutto ai giornali; alcuni pubblicano, altri no; parte la corsa al risentimento. E, naturalmente, la caccia alla talpa per sputtanare lo sputtanatore.

In un Paese dove la discrezione era – o almeno si fingeva fosse – una delle regole cardinali del potere istituzionale, dove certi retroscena erano guidati dai protagonisti o da alcuni “apparati” dello Stato, anche un consigliere del Presidente della Repubblica può finire oggi nel tritacarne del retroscena. 
Non per un atto pubblico, ma per un commento pronunciato a mezza voce in un contesto conviviale, sì, ma tutt’altro che intimo. Una cena privata, certo. Ma con numerosi presenti. 
E in Italia, ormai, privato non è più sinonimo di riservato. Bastano un orecchio indiscreto, uno smartphone acceso o una lingua troppo sciolta, e la “macchina del fango” (o della rivelazione, a seconda dei punti di vista) si mette in moto. 

Non esistono più gli intoccabili. Che Garofani – descritto come figura rigorosa, fredda, quasi algida – abbia espresso valutazioni personali sul quadro politico non dovrebbe stupire. Parliamo comunque di un uomo che ha fatto politica per una vita, prima di diventare Consigliere del Presidente. Che lo abbia fatto in modo poco cauto, forse sì. 

Ma più che le sue parole, oggi colpisce il contesto: non ci sono più zone franche, non c’è più spazio per una riflessione libera anche in ambienti semiclausurati. 

La politica dei retroscena si è spostata: non più dentro le stanze dei partiti, ma nelle chat di WhatsApp, nei messaggi vocali, negli screenshot di gruppo, nei racconti delle cene di venerdì sera. Un tempo erano i congressi e le direzioni politiche a generare notizie. Oggi basta una bottiglia di vino e un commensale che prende appunti mentalmente per il giorno dopo.
In un sistema più maturo, forse, un Garante della Privacy forte alzerebbe la voce contro queste derive. Peccato che lo stesso Garante oggi si trovi al centro di un’altra tempesta: quella sulle verifiche interne per individuare chi abbia fatto arrivare alla redazione di Report materiali riservati, scambi di mail e documenti interni. Il paradosso è servito: chi tutela la privacy si trova accusato di averne violata una, per scoprire chi aveva violato un’altra privacy. E così si chiude il cerchio di un’epoca in cui tutto è lecito, finché non tocca a noi.

Ma dietro a questo episodio, dietro il chiacchiericcio e il teatrino delle smentite, resta una verità politica difficile da ignorare: l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica è la vera stella polare della politica italiana. 
Il 2029 è ancora lontano, ma tutti sanno che le manovre iniziano molto prima. E che il Quirinale, più ancora del Governo, è la posta in gioco che determina i veri rapporti di forza. 
Tuttavia, prima di arrivarci, ci sono ostacoli ben più concreti: le elezioni politiche del 2027, con un sistema che ancora non si sa se cambierà, un referendum sulla Riforma della giustizia che rischia di polarizzare il dibattito pubblico, e una stagione economica non facile da affrontare nonostante i conti in ordine. 

Il caso Garofani, in fondo, è lo specchio perfetto di questa fase: la politica non è mai stata così opaca e così trasparente allo stesso tempo. Si dicono le cose a mezza voce, sperando che nessuno ascolti, ma sapendo che qualcuno ascolterà. E che, prima o poi, anche i sussurri finiranno a pieno volume nella giostra dei titoli.