Salute

Scade a fine anno la ricetta elettronica. Medici a gran voce per prorogarla

21
Dicembre 2022
Di Giuliana Mastri

La possibilità della ricetta elettronica va a scadenza il 31 dicembre di quest’anno. Ma il mondo della sanità è in fermento affinché la misura venga prorogata. Le parti hanno fatto sapere che lo staff del ministro Orazio Schillaci è stato già interpellato e pare che il rinnovo della ricetta digitale sarà inserito nel decreto Milleproroghe, che va in Cdm mercoledì 21. «Ci aspettiamo una risposta positiva su una eventuale proroga», ha detto il presidente della Fnomceo Filippo Anelli». Altra proroga, inoltre, è attesa per quanto riguarda l’uso delle mascherine nelle Rsa e nelle strutture ospedaliere, anche questa norma si esauriva a fine anno.

I sindacati hanno osservato che si tratterebbe tecnicamente di un’ordinanza della Presidenza del Consiglio, la proroga insomma non è difficile ma gli operatori sanitari vogliono che sia resa strutturale, così da sollevare i sanitari da adempimenti burocratici. Prima del Covid era obbligatorio passare dal medico per ritirare il promemoria di carta, poi, dal 30 marzo 2020, data l’esplosione della pandemia, la Presidenza del Consiglio stabilì che fosse possibile andare a comprare un farmaco o prenotare un accertamento mostrando un codice non criptato che il medico può inviare anche per mail (il dispositivo non è previsto per le ricette a carico del SSN). Mentre da dicembre 2022, lo strumento della ricetta dematerializzata era stata implementata anche nelle Parafarmacie con un apposito decreto Mef-Salute. Va detto peraltro che la prescrizione dematerializzata non è inutilizzabile anche in caso di assenza di collegamento telematico.

«La sanità digitale, in generale, – spiega Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva – e nel suo piccolo anche la ricetta dematerializzata è di enorme beneficio soprattutto in contesti, come le aree interne, in cui la distanza dallo studio del medico, o le condizioni disagiate che talvolta sussistono per raggiungerlo, costringerebbero ad esempio le persone anziane a chiedere aiuto ad un familiare».

Il ritorno alla ricetta cartacea così come era prima dell’emergenza Covid «rappresenterebbe un salto indietro, causando lunghe attese negli studi medici. La soluzione temporanea che auspichiamo è quella di una proroga di almeno un anno del provvedimento», afferma Pina Onotri, segretario generale Smi.

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