Salute

Dengue virus, in aumento i casi italiani

22
Novembre 2023
Di Giulia Borderi

Sono oltre 300 i casi di positività al Dengue virus registrati in Italia dal gennaio 2023 ad oggi secondo l’Istituto Superiore di Sanità. Un’incidenza sempre maggiore, senz’altro favorita dalla globalizzazione e dai cambiamenti climatici, che ha allarmato il Ministero della Salute intervenuto sul tema con una circolare. 

Il Dengue virus è una malattia infettiva tropicale trasmessa attraverso le punture di zanzare appartenenti alle specie Aedes aegypti e Aedes albopictus (la comune zanzara tigre),  principalmente diffuse nelle aree tropicali e subtropicali che, a causa del riscaldamento climatico, sono presenti anche alle nostre latitudini come affermato dal Centro Europeo per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie (ECDC). L’aumento delle temperature, le frequenti ondate di calore, le alluvioni e le estati sempre più lunghe e calde stanno creando anche nel Vecchio Continente l’habitat ideale per questi vettori, favorendo la diffusione di malattie virali. La Dengue in particolare è una delle malattie virali più diffuse – anche più della malaria – che nel nostro Paese ha interessato maggiormente la Lombardia, il Lazio, l’Emilia Romagna, il Piemonte, il Veneto, come si apprende dalla recente circolare ministeriale del 16 novembre.

Considerata la rilevanza dell’infezione per la salute pubblica è stata infatti diffusa una circolare ministeriale per mettere in guardia Regioni, Comuni Federazioni sportive, veterinari e istituti zooprofilattici sulla sua diffusione e la prevenzione del contagio oltre che i rischi connessi all’arbovirosi – termine che indica i virus trasmessi all’uomo da artropodi. La trasmissione dell’infezione avviene infatti tramite la puntura di questa particolare specie di zanzara che funge da serbatoio del virus e da vettore dello stesso: attraverso il cosiddetto “pasto ematico” su un ospite infetto, la zanzara entra infatti in contatto con l’agente virale, ne diviene portatrice ed è in grado trasmetterlo, attraverso la puntura, nel corso del suo ciclo di vita, ad altri soggetti.

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Negli ultimi anni, la ripresa della mobilità internazionale dopo la contrazione registrata negli anni di pandemia da Covid-19, ha comportato un ulteriore fattore di rischio e diffusione del virus. Sono oltre 600 mila gli italiani residenti in Paesi endemici, secondo gli ultimi dati dell’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (A.I.R.E.) del Ministero dell’Interno, un conteggio che però non tiene traccia dei lavoratori stagionali, dei missionari, dei militari e dei funzionari di Stato impegnati nei territori ad alto rischio di contagio.

Grazie al riverbero informativo del coronavirus fortunatamente è alta l’attenzione sul tema del contagio e difatti nella circolare diramata “si raccomanda di dare opportuna e capillare diffusione delle informazioni, attraverso comunicazione diretta al cliente (in ambulatorio, cliniche veterinarie o universitarie ecc) e ai soggetti coinvolti o attraverso l’uso di cartellonistica (nei maneggi, nelle aree sportive in generale e non solo), circa le misure di prevenzione quali: l’uso di repellenti topici (da utilizzare secondo le indicazioni del produttore) e di abbigliamento adeguato e protettivo in caso di frequentazione dei luoghi di cui sopra; l’attuazione di forme di lotta ambientale autorizzata efficace verso la zanzara (larve e adulti), se possibile, prima degli eventi sportivi o comunque nelle situazioni di stabilimenti o strutture più a rischio”.

In sintesi l’obiettivo delle istituzioni è prevenire il contagio, attraverso la disease awareness e sullo stesso piano si muove anche la scienza sebbene non esista ancora una terapia specifica per il trattamento della patologia. Al momento sono infatti disponibili solo indagini mirate per la diagnosi e approcci sintomatici con ricorso a antipiretici e antidolorifici per fronteggiarla ma nel mercato è recentemente approdato un nuovo vaccino tetravalente, efficace contro tutti e quattro sierotipi del virus. Approvato dall’EMA e dall’AIFA, il vaccino costituisce un valido strumento di prevenzione e può essere somministrato, a differenza del precedente, anche alle persone che non hanno mai contratto l’infezione (paziente naive) oltre che per i sieropositivi proteggendoli da altre varianti.  La profilassi vaccinale offre una copertura anche sul lungo periodo e costituisce un’opzione terapeutica innovativa, in grado di prevenire l’infezione, indipendentemente dalla precedente esposizione al virus ed evitare la sua evoluzione in forma grave.

La circolare in conclusione invita quindi a prestare molta attenzione e a rivolgersi prontamente ai medici e/o pediatri di famiglia nel caso di una “ sintomatologia sospetta quale: febbre elevata a insorgenza improvvisa, cefalea severa e dolore oculare (retro-orbitario), dolori muscolari e articolari, nausea, vomito, linfonodi aumentati di volume, eruzione cutanea”.