Salute

Covid, su i contagi e rischio lockdown. Concerti, via libera ai Maneskin

07
Luglio 2022
Di Giampiero Cinelli

Preoccupa la risalita dei casi Covid. Ieri il bollettino indicava 107.786 nuovi casi e 72 morti. Con un aumento dei ricoverati e delle terapie intensive. I malati Covid nei reparti ordinari sono ora in totale 8.220 e i degenti nelle terapie intensive 325, in incremento del 36% rispetto alla settimana precedente. Anche i deceduti sono aumentati del 18,4%, il tasso di positività è al 28,6% ed è maggiore rispetto a sette giorni fa. Attualmente, il tasso di occupazione delle aree ospedaliere non critiche è il 12%, mentre quello delle terapie intensive è pari al 4%. Rispetto allo stesso periodo del 2021 le terapie intensive registravano il 2%, stesso numero per le occupazioni delle aree non critiche.

Dati tutti in crescita, ma ancora difficili da interpretare, siccome inaspettati. Eravamo abituati a considerare che nel periodo estivo l’ondata del Covid si attenuasse fino quasi a spegnersi. Invece quest’anno non è così. Non al punto comunque da dover prendere già ora dei provvedimenti molto severi. I reparti ordinari sono più impegnati in confronto al luglio 2021, le terapie intensive anche ma in misura minore. Significa forse che la nuova variante ha una capacità di contagio molto alta ma è più gestibile sanitariamente? L’indice Rt preoccupa non poco, tuttavia, fanno notare i tecnici, mostra timidi segnali di rallentamento. Adesso a 1,32 dall’1,37 del 24 giugno. Siamo probabilmente alla porta di un picco di contagi che verrà raggiunto tra il 10 e il 15 luglio. Poi le cose non è detto che peggioreranno. Ma gli scenari più negativi, con una Omicron 5 poco conosciuta e i vaccini adattati ancora non pronti, non possono essere esclusi.

«Con quest’alta percentuale di contagi i servizi sono a rischio. Rischiamo un lockdown di fatto», la posizione della Fondazione Gimbe. Il Direttore Prevenzione del Ministero della Salute Gianni Rezza pensa che sarebbe opportuno raccomandare l’uso della mascherina nei concerti e nei grandi eventi. Anche se all’aperto non è obbligatoria, sarebbe una questione di buon senso, visto che un conto è stare vicino a una persona a una certa distanza in un luogo aperto, un conto è stare in 100.000 tutti appiccicati. C’è anche chi ha proposto di spostare i concerti o di introdurre rigidi controlli come ad esempio Massimo Ciccozzi, epidemiologo responsabile della ricerca statistica al Campus Biomedico di Roma. Lui quindi è per la mascherina obbligatoria. E nell’occhio del ciclone ci finiscono i Maneskin, che hanno in programma un concerto al Circo Massimo questo sabato. Le dichiarazioni dei medici hanno creato pressioni mediatiche affinché fosse posticipato. Ma in queste ore è arrivata la risposta del Campidoglio: «Non è all’esame alcuna ipotesi di rinvio del concerto dei Maneskin al Circo Massimo – ha detto l’Assessore ai Grandi Eventi Alessandro Onorato – Nessuna prescrizione è prevista per eventi all’aperto e a questo ci atterremo, salvo diverse disposizioni del Governo. Si adotteranno tutte le precauzioni e gli accorgimenti che le autorità sanitarie indicheranno e, in collaborazione con gli organizzatori, metteremo in campo le azioni necessarie per farle rispettare». In effetti in questo periodo sono già andati in scena altri grandi concerti come quello di Cesare Cremonini a San Siro ed è in corso il Tour nelle spiagge di Jovanotti. Ma su questi eventi non sono state fatte polemiche e non ci sono basi per affermare che siano proprio queste occasioni a generare più contagi.