Politica
Una nuova Costituente per riscrivere la seconda parte della Carta
Di Ilaria Donatio
Una riforma organica della seconda parte della Costituzione, affidata a un’Assemblea Costituente eletta dal popolo con sistema proporzionale. È la proposta presentata oggi al Senato da Azione, in collaborazione con la Fondazione Einaudi, attraverso un disegno di legge costituzionale che prevede la creazione di un organo ad hoc composto da 100 membri con un mandato esclusivo e limitato nel tempo: un anno, prorogabile di sei mesi. I costituenti non potranno essere parlamentari o membri del Governo, né candidarsi alle successive elezioni.
L’iniziativa prevede la nascita di una Assemblea eletta con sistema proporzionale, composta da 100 membri, esclusi da qualsiasi carica istituzionale e non candidabili alle successive elezioni politiche. L’organo resterebbe in carica un anno, prorogabile di altri sei mesi, e avrebbe competenza esclusiva sulla revisione costituzionale. Il testo risultante, approvato a maggioranza assoluta e poi con due terzi dei voti, verrebbe sottoposto a referendum confermativo senza quorum.
“O diamo una risposta democratica, o la democrazia a breve cadrà”, ha dichiarato Calenda, sottolineando come un crescente numero di cittadini – secondo i sondaggi, il 36% – consideri il sistema democratico incapace di produrre risultati. “Serve una discussione strutturata, non contingente. Io sono per il monocameralismo e per ridurre i poteri delle Regioni. Altri la penseranno diversamente. Ma questo confronto deve avvenire in uno spazio autonomo, terzo e legittimato”, ha spiegato.
Il leader di Azione ha annunciato che contatterà tutti i segretari di partito per discutere la proposta, già condivisa informalmente. “A parte la separazione delle carriere, anche in questa legislatura non si farà alcuna riforma costituzionale. Questo è un pericolo gigantesco. Serve un nuovo inizio”, ha affermato.
Accanto a Calenda, il presidente della Fondazione Einaudi, Giuseppe Benedetto, ha rilanciato il senso dell’iniziativa: “Non è più possibile continuare a sbrindellare la Costituzione un pezzo alla volta. Il Parlamento, così com’è, non è in grado di procedere. Servono cento eletti qualificati, per dodici mesi, che riscrivano la parte relativa alla forma di governo”.
Secondo Benedetto, vietare la ricandidabilità degli eletti serve a evitare derive populiste e a incentivare “la partecipazione di personalità credibili per questo genere di attività, al di là del consenso immediato”.
Marco Lombardo, senatore di Azione, ha evidenziato i rischi del combinato disposto tra maggioritario e riduzione del numero dei parlamentari: “Così si mina la rigidità della Costituzione e si alimenta la tirannia della maggioranza. Non basta vincere le elezioni per modificare la Carta secondo gli interessi della propria parte. Serve una riedificazione, non una ristrutturazione a pezzi”.
Lombardo ha quindi ribadito che la Costituzione “non si può mutilare ogni legislatura”, e che l’Assemblea rappresenterebbe “il momento più alto per recuperare quello spirito unitario necessario per ogni riforma seria”.
