Politica

Tutti gli errori del Pd, ma occhio all’astensionismo

21
Agosto 2022
Di Piero Tatafiore

Nelle elezioni politiche più folli di sempre (perché settembrine, perché le prime dopo un robusto taglio dei parlamentari, perché con una legge elettorale cervellotica), il Partito Democratico sta compiendo un passo falso dietro l’altro, almeno sul fronte della comunicazione. Enrico Letta ha provato a puntare tutto sulla continuità col governo Draghi, attraverso l’Agenda Draghi, ma, dopo appena un mese dalla sua caduta, oggi il tema non è più all’ordine del giorno: l’Agenda Draghi non fa agenda setting. Ed è solo il primo degli inciampi del segretario PD che, a pochi giorni dalla caduta del Governo, presenta in pompa magna alla Camera dei Deputati l’accordo con Carlo Calenda. Ma appena qualche giorno dopo un ulteriore accordo con Verdi e Sinistra fanno retrocedere Calenda. Poi arrivano le candidature alle elezioni politiche, che Letta cerca di anticipare al 15 agosto notte, forse nel tentativo di fare un blitz.

Intendiamoci, fare le liste è sempre difficile e lo è ancor di più in questa tornata, coi tempi compressi e i posti ancor più compressi. Una volta fatte le liste, ecco le polemiche di Monica Cirinnà, la quale con disgusto parla di un collegio inidoneo ai suoi temi (peraltro nel collegio assegnatole c’è la città di cui suo marito è sindaco: inidoneo pure lui?) e prima si tira fuori e poi si ritira dentro. Grossomodo come Alessia Morani, senza, per fortuna, il pippozzo su temi e territori. Poi arrivano le candidature dei giovani, con relativo processo a dichiarazioni e tweet sconvenienti dei candidati, i quali da punta di diamante si sono trasformati in problema da risolvere. Marcia indietro e spazio a candidati la cui collocazione aveva destato scalpore, vista il loro spessore (Amendola, Sensi, Ceccanti). E infine, per ora, il video di Albino Ruberti, ex capo di gabinetto del sindaco di Roma, costretto alle dimissioni. E via con interviste, articoli, editoriali sul sistema di potere del PD romano. A proposito, quando la smetteranno di prenderci in giro con la storia della litigata per questioni calcistiche? Se fosse tutto nato per una disputa calcistica, perché Francesco De Angelis avrebbe rinunciato alla candidatura che aveva già accettato? Nel video il ruolo di De Angelis è minimo, l’unica “colpa” sarebbe quella di essere fratello di tal Vladimiro, reo di aver pronunciato la frase (“mi ti compro”) che ha mandato su tutte le furie Ruberti. Invece da due giorni con interviste e dichiarazioni i protagonisti continuano ad accreditare la tesi della disputa calcistica e della cena in cui non si è parlato di politica, con sommo sprezzo per l’intelligenza di chi legge e di chi vota. Il centrodestra può quindi restare silente a osservare gli errori degli avversari, guardando al contempo i sondaggi continuare a salire. Secondo le ultime rilevazioni la coalizione di Giorgia Meloni arriverebbe a vincere addirittura l’88% dei seggi uninominali disponibili. Agosto volge al termine e tutti gli esperti di sondaggi concordano col dire che la partita si giocherà a settembre in 20 giorni di campagna elettorale, quando gli italiani decideranno se e chi votare alle elezioni politiche. Intanto lo spettacolo offerto non è dei migliori e Letta è passato da voler puntare tutto sui temi dell’Agenda Draghi a dover mettere toppe alle candidature e alle alleanze. Mentre scriviamo si stanno completando le liste del centrodestra, e anche lì sembra non manchino i problemi. Resta da capire se questo poco edificante balletto non provochi un tale disgusto da disertare massicciamente le urne, sarebbe un problema non solo per il Partito Democratico ma per tutto il Paese.