Politica

Top ten città più vivibili, Trento ancora regina

01
Dicembre 2025
Di Giuliana Mastri

Ogni anno l’indagine “Qualità della vita” del Sole 24 Ore restituisce una fotografia nitida dello stato di salute delle province italiane. Un termometro sociale che, da oltre trent’anni, misura non soltanto la ricchezza, ma l’insieme delle condizioni materiali e immateriali che determinano il benessere quotidiano di chi vive nei territori. Il progetto, curato dalla sezione data journalism del quotidiano, oggi si basa su 90 indicatori, distribuiti in sei grandi aree: ricchezza e consumi, affari e lavoro, ambiente e servizi, demografia-società-salute, giustizia e sicurezza, cultura e tempo libero. Un approccio multidimensionale che permette di cogliere la complessità del vivere contemporaneo in Italia.

La metodologia è semplice e trasparente: per ciascun indicatore, la provincia con la performance migliore ottiene 1000 punti, quella peggiore 0; le altre vengono collocate in scala proporzionale. Ogni macro-area distribuisce il proprio punteggio medio e la classifica finale nasce dalla somma aritmetica dei sei valori di settore. Il risultato è una graduatoria che non fotografa solo la prosperità economica, ma la capacità complessiva di un territorio di garantire servizi, sicurezza, opportunità, qualità ambientale, inclusione e vitalità culturale.

La top ten dell’ultima edizione conferma un’Italia a più velocità, con un Nord capace di esprimere territori altamente equilibrati. Al primo posto si colloca Trento, una provincia che da anni presidia le prime posizioni grazie alla solidità dei servizi, alla forte coesione sociale e alla qualità dell’ambiente urbano. Segue Bolzano, altrettanto stabile nelle zone alte della classifica, e Udine, che consolida un modello di crescita sobria, sostenuta da un buon tessuto produttivo e da servizi diffusi.

Ai margini delle Alpi si concentra gran parte della vetta: Aosta è quarta, mentre Siena raggiunge un sorprendente quinto posto, dimostrando come anche centri di medie dimensioni del Centro Italia possano esprimere un’elevata qualità di vita. La seconda parte della top ten presenta un mix di città universitarie, realtà dinamiche e poli metropolitani: Bologna è sesta, Trieste settima, Firenze ottava. Milano, nonostante i costi elevati e i problemi legati alla vivibilità urbana, riesce comunque a confermarsi in nona posizione, sostenuta dal lavoro, dalla cultura e dalle opportunità di mobilità sociale. Chiude la top ten Parma, simbolo di un equilibrio fra economia, sicurezza e servizi.

Al di là dei primi posti, l’indagine conferma le profonde asimmetrie territoriali del Paese. Se il Nord-Est e parte del Nord-Ovest dominano i vertici grazie a un ecosistema socio-economico solido, molte province del Mezzogiorno rimangono nelle retrovie, penalizzate da carenze strutturali nei servizi, nel mercato del lavoro e nella sicurezza. Il divario territoriale non accenna a ridursi e continua a rappresentare uno dei nodi principali per la coesione nazionale.

Tuttavia, la classifica non va letta come un semplice elenco di vincitori e sconfitti. È piuttosto una mappa delle opportunità e delle fragilità, utile per orientare politiche pubbliche, investimenti e scelte individuali. Perché la qualità della vita, come ricorda l’indagine, non è un concetto astratto: è ciò che determina il modo in cui abitiamo lo spazio, lavoriamo, studiamo, cresciamo e ci muoviamo. È, in definitiva, la materia quotidiana delle nostre vite.