Politica

Riforma elettorale: la trattativa riservata tra i partiti

21
Giugno 2021
Di Redazione

di Paolo Bozzacchi 

 

 

Nessuno ne parla, i politici ci lavorano con discrezione. Ma al momento senza risultati concreti. La riforma della legge elettorale non occupa da tempo le prime pagine dei giornali, né tantomeno quella che era la Terza pagina, dedicata alla Cultura. Anche gli spazi tradizionalmente riservati ai commenti dei Costituzionalisti sono sempre più rari. Eppure le regole del gioco democratico hanno un impatto diretto sulla qualità dell’offerta della Repubblica italiana ai suoi cittadini. Il Segretario Pd Enrico Letta ha fatto sapere che “la legge elettorale va cambiata in modo che i cittadini tornino sovrani nella scelta sia dei loro rappresentanti in Parlamento che della maggioranza di governo”. In altre parole “No” alle liste bloccate e più spazio al maggioritario.

 

Matteo Salvini non intende trattare sul fatto di poter candidare il centrodestra unito promettendo agli elettori una squadra di governo già pronta, con tanto di nomi dei Ministri anticipati agli elettori già durante la campagna elettorale. E questo porterebbe alla necessaria introduzione di un premio di coalizione.

 

Il bandolo della matassa è ancora da sciogliere. E senza dubbio ne risentiremo parlare solo a un passo dal traguardo della soluzione.

 

Prima considerazione: gli scenari politici all’orizzonte sono due, molto diversi tra loro. Il primo è che si voterà nella primavera del 2022, non appena sarà eletto il successore del Presidente Mattarella. Il secondo è che la legislatura arrivi fino a scadenza naturale, nel 2023. Le due linee di traguardo a distanza diversa non aiutano la collaborazione tra gli sherpa.

 

Se non si arriverà a dama, si voterà con l’attuale sistema elettorale in vigore: la Legge Rosato (“Rosatellum”). E’ un sistema elettorale misto che prevede sia per Camera sia per Senato il 37% dei seggi assegnato col maggioritario (collegi uninominali) e il 61% ripartito proporzionalmente tra le coalizioni e le liste che abbiano superato le soglie di sbarramento nazionali. La Camera ripartisce i seggi su base nazionale, il Senato su base regionale. 

 

La trattativa riservata tra i partiti ferve. Consapevoli del fatto che stando ai sondaggi più recenti nessuno può sognare di governare da solo, senza alleanze. Torna, come un grande classico, anche l’ipotesi di traslare a livello nazionale il sistema elettorale già in essere per i Comuni. Adottandolo si passerebbe ad elezioni a turno unico, eliminando i collegi uninominali di coalizione, ma con liste bloccate.

 

Una cosa è certa: tutti i partiti dovranno cedere qualcosa in termini di desiderata per trovare una soluzione comune. E trovare una legge elettorale efficace al punto tale da dimostrarsi duratura nel tempo è una sfida da far vincere al nostro sistema democratico.

 

 

 

Photo Credits: Roma Today