Politica

Regione Lazio, Rocca: porteremo a zero le liste d’attesa per le visite specialistiche

11
Gennaio 2023
Di Simone Zivillica

La stanza di Palazzo Ferrajoli che ospita la presentazione del candidato Presidente alla Regione Lazio di Francesco Rocca, ex presidente della Croce Rossa, non può certo accogliere folle oceaniche ma è gremita, sia di sostenitori sia di giornalisti. La testimonianza, quindi, non può che essere quella di una partenza col piede sull’acceleratore per il candidato del centrodestra che oggi ha parlato di alcuni suoi punti programmatici accanto a due sostenitori non di secondo piano nella corsa al palazzo della regione. Noi moderati con Maurizio Lupi da una parte e Rinascimento con Vittorio Sgarbi dall’altra appoggiano, infatti, Francesco Rocca alla corsa per la presidenza della regione Lazio. A chiudere la presentazione è arrivato anche il governatore della regione Liguria Giovanni Toti. Il suo intervento è stato un auspicio: che le future giunte regionali liguri e laziali possano essere guidate dal centrodestra, in nome di una rete di scambi, anche commerciali – dati i collegamenti con i porti di Genova e Civitavecchia – che dovrà diventare sempre più fitta e funzionale al bene delle cittadinanze. Al tavolo era presente anche Mariarosaria Rossi, che non ha fatto mancare l’appoggio del suo partito Cambiamo!.

Sanità

Nel giro di presentazioni di questi giorni, quella di oggi è stata, forse, tra le prime occasioni, in cui si è cominciato a intravedere lo scheletro di una proposta programmatica, seppur ancora fatto di direzioni generali e titoli. Tra questi, il più importante sembra certamente essere quello sulle intenzioni in tema di sanità: Rocca si è giocato la carta sulle liste di attesa («entro 12 mesi le azzereremo per le visite specialistiche»). Per farlo propone un cruscotto regionale per i posti letto ospedalieri per avere sempre sotto mano dove e quanti posti liberi per i pazienti ci sono negli ospedali. Il tema sanità è ovviamente uno di quelli più esigenti per una regione come il Lazio, ma ancor di più per un candidato con il curriculum di Rocca: è stato infatti presidente della Croce Rossa, direttore generale dell’Ospedale Sant’Andrea di Roma nonché componente del consiglio d’indirizzo dell’Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani, sempre a Roma.

Per il suo piano sanità, Rocca ha chiarito che «recuperare 10 anni di lavoro in cui non c’è stata una visione» riferendosi principalmente agli ultimi cinque in cui l’assessore alla Sanità per la regione era proprio il suo diretto contendente Alessio D’Amato, cui ha anche riservato una stoccata alludendo non troppo sommessamente ai problemi avuti con la Corte dei Conti che ha condannato – in primo grado – D’Amato alla restituzione di fondi pubblici transitati per la Fondazione Italia-Amazzonia onlus. Proprio sul rapporto tra pubblico e privato, Rocca ha specificato che «entrambi concorrono alla stessa maniera all’obiettivo della salute pubblica. […] Se serve – continua – si aumentino i finanziamenti al privato ma non mi faccio paladino del pubblico quando aumento i fondi al privato. Inoltre dei 48 milioni stanziati per la sanità laziale, la giunta precedente ne ha utilizzati il 3%: questo genere di sprechi non è più ammissibile e sarà nostro impegno focale nella nostra azione politica sfruttare tutte le risorse, PNRR su tutti». A margine dell’incontro, Rocca ha poi chiarito che «con D’Amato abbiamo lavorato bene durante il Covid e la campagna vaccinale, ma quello non può essere un test, non si poteva fare male in quel contesto. Durante il Covid tutti abbiamo gettato il cuore oltre l’ostacolo per affrontare una sfida epocale […] ma noi ora guardiamo alla situazione della sanità laziale: è migliorata o peggiorata? Io ho le idee chiare e come me molti cittadini, operatori sanitari e addetti ai lavori».

Energia e ambiente

Altro tema caro alla coalizione e a Rocca è quello dell’energia, che va di pari passo con quello della salvaguardia del paesaggio e del territorio. Il riferimento è chiaro e scandito più volte sia da Rocca stesso che dal suo sostenitore Vittorio Sgarbi. Proprio il critico d’arte e leader di Rinascimento ha ribadito la fondamentale necessità di «smetterla di deturpare paesaggi con parchi eolici e pannelli fotovoltaici». Gli ha poi fatto eco Rocca stesso, evidenziando come «l’appoggio di Sgarbi sarà fondamentale per fare un piano regolatore per l’eolico e il fotovoltaico nel Lazio, per dare ordine e smettere di compromettere il nostro territorio e i nostri paesaggi, per troppo tempo violentati dalle amministrazioni precedenti».

Cultura

La presenza di Vittorio Sgarbi non poteva che porre l’accento sulla valorizzazione e salvaguardia dei tanti patrimoni culturali, artistici e paesaggistici, di cui il territorio laziale è ricco. Dalla Tuscia a Latina passando per i palazzi storici romani, Sgarbi ha sottolineato che «sarà impegno di Rinascimento difendere e promuovere i valori di civiltà, bellezza, memoria e cultura. Per noi non è possibile pensare la propria azione politica in assenza di questi valori, perché la ricerca e tutela della grande bellezza è un compito fondamentale per una regione e una città rovinata dalla Raggi e dal Pd».

A questo tema si è legato quasi naturalmente quello degli spazi dedicati ai grandi eventi. Il candidato Presidente alla regione Lazio Rocca ha infatti confermato l’impegno suo e della sua futura direzione politica a che «non si può perdere l’occasione del giubileo e di Expo per valorizzare le nostre bellezze culturali di cui siamo ricchi». Inoltre, questione calda per romani e laziali – o meglio, per romanisti e laziali – è quella del nuovo stadio in embrione per la Roma. In merito, Rocca ha specificato che la sua speranza è che «nei discorsi, legittimi, delle proprietà di Roma e Lazio ci sia anche il Flaminio, sempre nella direzione della valorizzazione delle nostre ricchezze troppo spesso abbandonate. Io, poi, sono affezionato all’Olimpico come cittadino e tifoso, ma confido nel recupero di un’arena storica come quella del Flaminio». A fine presentazione, però, ha spiegato più nitidamente la sua posizione in merito: «ho detto con chiarezza che sia la tifoseria romanista che quella laziale devono avere il loro stadio e che per quelle che saranno le mie competenze accompagnerò questo percorso. Ho solamente avanzato l’auspicio che lo stadio Flaminio venga restituito alla comunità con la sua bellezza alla nostra città, essendo un’opera meravigliosa abbandonata da decenni che mi piacerebbe vedere recuperata».

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