Politica

Pnrr in salita, la sfida cruciale del Governo

01
Aprile 2023
Di Beatrice Telesio di Toritto

Il primo trimestre dell’anno viene archiviato dal Governo con interventi in numerosi settori tra i quali il caro bollette, gli appalti, il fisco, la sanità e la concorrenza, senza però in quest’ultimo caso approvare il disegno di legge in discussione. Sono stati più che ambiziosi i provvedimenti varati martedì in un Consiglio dei Ministri più lungo e impegnativo del solito. Si parla soprattutto di quel che riguarda le misure destinate a imprese e famiglie per fronteggiare il caro energia: il Governo ha stanziato così quasi 5 miliardi di euro per il secondo trimestre del 2023 e previsto un taglio dell’IVA, oneri di sistema per il gas e il rinnovo del bonus sociale per famiglie a basso reddito. A conclusione del CdM, la Premier Meloni si è dichiarata «molto soddisfatta» del lavoro svolto finora, sottolineando come «si stia lavorando per l’Italia e con buoni risultati. Andiamo incontro ai bisogni della gente, cercando anche di favorire il risparmio energetico». Il Presidente del Consiglio tenta così, seppur faticosamente, di tenere insieme i sostegni ai cittadini e alle industrie e i provvedimenti che chiede l’Europa per accedere ai fondi del Pnrr.

La Commissione europea ha infatti recentemente messo l’Italia sotto i riflettori per le difficoltà riscontrate dal Paese nel completare nei tempi previsti le riforme in programma e spendere quindi i soldi del Next Generation. Viene concesso un mese in più di tempo per cercare di sistemare al meglio le misure mancanti o ancora incomplete e non perdere i 19 miliardi spettanti all’Italia con la terza rata del piano.  Ma è stato il Ministro degli Affari europei, delle politiche di coesione e del Pnrr Raffaele Fitto a mettere nero su bianco che l’Italia potrebbe non riuscire a spendere i quasi 200 miliardi di euro complessivi che riceverà dall’Unione europea e a portare a termine alcuni obiettivi che si è prefissata. In base agli accordi presi, il Pnrr deve essere infatti attuato entro il 30 giugno del 2026 e al momento non sembra che la Commissione europea voglia concedere all’Italia delle proroghe come richiesto recentemente dal Governo Meloni. Sul punto, Fitto ha deciso di abbandonare i toni cauti fino a qui adottati nel giorno in cui è stata presentata la relazione semestrale della Corte dei Conti sullo stato di attuazione del piano: «è matematico e scientifico che alcuni interventi da qui a giugno del 2026 non possono essere realizzati: dobbiamo dirlo con chiarezza e non aspettare il 2025 per aprire il dibattito su di chi sia la colpa. (…) Siamo un paese che oggi è ancora fermo al 34% dei pagamenti per i fondi di coesione 2014-2020». È forse la prima volta che il Ministro Fitto si lascia andare a delle dichiarazioni così forti e dirette a commento della distanza esistente tra la capacità di spesa richiesta dal Pnrr e quella permessa dalla struttura della pubblica amministrazione e dell’economia italiana.

Ad esprimere preoccupazione sulla questione anche il Partito Democratico che in settimana ha chiesto “trasparenza” da parte del Governo sullo stato di attuazione del Piano e al Ministro Fitto un’informativa urgente in Parlamento sui «presunti ritardi e su quali siano state le modifiche apportate». Così afferma Chiara Braga, la neo nominata capogruppo PD alla Camera. Martedì, infatti, la Segretaria del Partito Elly Schlein ha incassato i “suoi” nuovi capigruppo: Francesco Boccia al Senato e Braga, per l’appunto, alla Camera, eletti per acclamazione senza nessuna conta. Diverse le critiche e gli scontenti espressi dalla minoranza del partito in merito alla decisione della Schlein e lo stesso Lorenzo Guerini, noto per la sua diplomazia, lo ha fatto presente. Ma la partita ora si sposta sulla composizione della segreteria: la vera sfida per la neo segretaria sarà quella di tenere insieme le varie anime del PD e cercare così di accontentare tutti, per quanto possibile.

In settimana, inoltre, il Parlamento ha messo in atto una prova di distensione, dal contenuto altamente strategico: la formazione dell’intergruppo parlamentare per l’Innovazione, formato da deputati e senatori provenienti trasversalmente da tutti i gruppi parlamentari con l’obiettivo di unire le forze politiche per l’elaborazione di proposte nell’interesse della crescita industriale italiana, della transizione ecologica e digitale e facilitare lo sviluppo economico e sociale del Paese. «L’innovazione era sparpagliata in vari Ministeri, l’idea è ora di arrivare in Aula con proposte concrete già preparate dall’Intergruppo» così l’onorevole Giulia Pastorella (AZ-IV) ha battezzato l’iniziativa alla conferenza stampa che ha decretato il lancio ufficiale dell’Intergruppo. Al centro dell’attività e dell’analisi dei prossimi mesi ci sarà sicuramente la Cybersecurity, la promozione dell’imprenditoria (startup), la protezione dell’ambiente e l’economia circolare. Obiettivi ad ampio respiro per un azione che, come ricorda il Presidente della commissione Cultura della Camera Federico Mollicone, avrà un approccio costruttivo e condiviso tra le varie “anime” che caratterizzano l’arco parlamentare. Se in Italia sul settore c’è sicuramente ancora molto da lavorare, i risultati raggiunti nelle scorse legislature e, soprattutto, quelli che l’attuale si è prefissata, sembrano lasciar ben sperare.