Politica
Monitoraggio, emendamenti e confronto con i cittadini, i deputati adesso fanno tutto con l’IA
Di Marta Calderini
Nella Sala della Regina della Camera dei deputati, lo scorso 9 luglio, sono stati presentati tre strumenti sperimentali basati sull’IA generativa, sviluppati per supportare e innovare l’attività parlamentare. Si tratta dei prototipi Norma, Macchina Scrittura Emendamenti e DepuChat, nati a seguito della manifestazione di interesse promossa nel 2024 dal Comitato di vigilanza sull’attività di documentazione della Camera, presieduto dalla vicepresidente Anna Ascani. I progetti sono stati selezionati da una commissione tecnico-scientifica guidata dal professor Luciano Floridi, autorevole voce internazionale nel dibattito sull’etica digitale e l’impatto sociale della tecnologia. Partendo da questa selezione, sono stati sviluppati i prototipi presentati il 9 luglio, frutto del lavoro congiunto di proponenti e amministrazione.
Floridi ha aperto l’incontro con una lectio in cui ha sottolineato che l’IA non nasce “cattiva”, è una tecnologia che ha una potenzialità enorme: analizzare e rielaborare l’enorme mole di dati che negli ultimi vent’anni, utilizzando il web, tutti noi gli abbiamo consegnato. Secondo Floridi le minacce occupazionali, sociali, e dal punto di vista della privacy possono essere governate. Come? Governando la tecnologia. In questo contesto si inserisce la sperimentazione avviata a Montecitorio, dove la tecnologia non è intesa come fine, ma come strumento per migliorare il funzionamento della democrazia. Come ha spiegato Ascani «questa attività è un esempio tangibile dell’importanza del Parlamento, che non può limitarsi unicamente a essere luogo di dibattito, ma deve, e può, assumere anche un ruolo attivo, promuovendo sperimentazioni e aprendosi alla società civile e alla comunità scientifica». Per la vicepresidente, l’iniziativa rappresenta «una vera e propria prova di tenuta per l’ossatura istituzionale della Camera», consapevole che l’introduzione dell’IA in ambito parlamentare coinvolge dinamiche complesse e delicate, tanto da essere espressamente riconosciuta come “sistema ad alto rischio” dall’AI Act europeo.
I tre prototipi presentati mirano a rispondere a esigenze diverse ma convergenti.
Norma, sviluppato a partire dal progetto “Legislab” del Politecnico di Milano e dell’Istituto Einaudi, è un assistente virtuale pensato per supportare l’istruttoria legislativa e il monitoraggio delle politiche pubbliche. Addestrato su fonti ufficiali pubbliche, è in grado di fornire informazioni su iter legislativi, tempi di approvazione, numero di commi e articoli, corredando le risposte con grafici, tabelle e link a testi normativi. Il suo utilizzo potrà semplificare il lavoro dell’Osservatorio sulla legislazione del Servizio Studi della Camera, migliorando la produzione di dati e analisi per il Rapporto annuale sulla legislazione.
La Macchina Scrittura Emendamenti, frutto della collaborazione tra Università di Bologna, LUISS, CNR, Università di Verona e Torino, consente invece la redazione assistita di emendamenti. Attraverso un’interfaccia interattiva, permette al deputato di intervenire direttamente sul testo della proposta normativa e di trasformare in tempo reale le modifiche in proposte emendative conformi alle regole sintattiche parlamentari. Un chatbot integrato fornisce inoltre supporto documentale, attingendo a dossier ufficiali e memorie depositate durante l’esame in Commissione. È prevista anche l’introduzione, in fase sperimentale, di un modulo in grado di suggerire alternative redazionali su base conversazionale, ampliando le potenzialità del sistema.
Infine, DepuChat è stato progettato per favorire l’interazione tra cittadini e istituzioni, rispondendo in linguaggio naturale a domande sull’attività dei singoli deputati. Il chatbot, integrabile nelle schede personali pubblicate sul sito della Camera, attinge a dati ufficiali – atti, interventi, attività ispettiva e di indirizzo – per fornire informazioni affidabili e trasparenti sull’operato parlamentare. Tuttavia, in base alle valutazioni effettuate, il rilascio di questo strumento è stato posticipato per garantire piena affidabilità e accuratezza delle informazioni fornite.
La riflessione aperta da questa esperienza va ben oltre l’ambito tecnico. Coinvolge temi di responsabilità democratica, sostenibilità sociale e centralità del fattore umano. «Sul tavolo c’è molto di più che il cambiamento del modo di produrre o di organizzare i servizi – ha dichiarato Ascani – siamo chiamati a riscrivere la grammatica delle nostre relazioni, con gli altri, con il lavoro, con il modo di apprendere e comunicare». Per questo, ha concluso, serve che «la riflessione si allarghi invadendo, come fa l’acqua nei campi, ogni spazio della società».
Se guidata con consapevolezza e orientata in senso antropocentrico, l’intelligenza artificiale può diventare – nelle parole della vicepresidente – «uno strumento al servizio della democrazia: capace di rafforzarne l’impianto, facilitare l’accesso alla conoscenza, migliorare l’efficienza dei processi istituzionali e promuovere una partecipazione più consapevole e attiva da parte dei cittadini».
Il Parlamento si propone così come luogo non solo di deliberazione, ma anche di sperimentazione. E l’IA, da oggetto di dibattito, diventa pratica istituzionale, terreno di confronto tra innovazione e garanzie democratiche. Una sfida aperta, che riguarda il presente della politica e il futuro della rappresentanza.





