Politica

Migranti, incontro a cinque per chiedere la redistribuzione

07
Giugno 2022
Di Giampiero Cinelli

«La solidarietà europea deve essere fondata anche su un adeguato meccanismo di redistribuzione dei migranti, che dovrà riguardare un numero sufficientemente ampio di Stati membri per essere realmente efficace. Si tratta di una posizione unitaria dei Paesi mediterranei che si affianca alla richiesta di sviluppare un’azione europea verso i Paesi terzi con partenariati, in modo da prevenire le partenze e garantire la collaborazione sui rimpatri». Lo ha detto il ministro degli interni Luciana Lamorgese, al termine del vertice Med5, che riunisce i ministri dell’Interno di Italia, Grecia, Cipro, Malta e Spagna, tenutosi a Venezia lo scorso weekend. L’incontro era necessario alla luce del riacutizzarsi del problema migratorio sulle sponde del Mediterraneo.

Dunque si muovono le nazioni più esposte, consce del fatto che una gestione efficace dei migranti può venire solo da un nuovo patto in sede UE. Un cosiddetto patto Europeo sui migranti passa anche dalla diplomazia con i paesi terzi, ai quali vanno offerti accordi per evitare che le partenze siano eccessive. Ma nella sostanza, la chiave è la tanto agognata riforma del Trattato di Dublino, su cui una svolta è spesso stata tentata ma per adesso si sono visti solo segnali deboli. Secondo Lamorgese ci vuole «una vera politica di redistribuzione dei migranti». Una proposta già avanzata dalla Commissione Europea a settembre 2020. Ora in testa all’agenda c’è la guerra in Ucraina. Tuttavia l’instabilità data dal conflitto può creare reazioni a catena, considerando anche il problema del cambiamento climatico. La questione sbarchi non può dirsi un ricordo. E oggi il numero assoluto dei poveri nel mondo è aumentato.

I numeri

Nell’ultimo anno in Italia sono sbarcate 70.000 persone. È il numero più alto dal 2017, quando gli arrivi erano tra i 150.000 e 180.000. Il trend potrebbe creare grande disagio, in un momento in cui il sistema d’accoglienza è concentrato sui profughi ucraini, già in 130.000 nel nostro Paese. La massa di persone che scappano da Kiev è impressionante. Ad oggi si stimano in 12 milioni. Altri ne arriveranno in un contesto che contempla anche la scarsità alimentare, sebbene pare che questa non debba condizionare troppo l’area del Mediterraneo. La situazione, comunque, ricorda quella del 2011, la famosa data delle primavere arabe. L’Europa non pare essere risoluta su questo, anche se per quanto riguarda l’accoglienza degli ucraini si è mostrata assolutamente preparata. I 3,5 milioni di ucraini accolti in UE sono anche di più dei 2,3 milioni di migranti venuti via mare dal 2014 ad oggi. Brutto pensarlo, ma forse l’accoglienza è più facile se si accompagna al consenso dell’opinione pubblica e all’assecondare la fase politica. Ma tutti i migranti, questo dovrebbe essere chiaro, hanno pari dignità.