Politica

La maggioranza deve far da sé, da queste opposizioni nessuna sponda

15
Maggio 2023
Di Daniele Capezzone

Non è solo la natura della leadership di Elly Schlein o il patrimonio genetico del Movimento5Stelle a portare l’attuale opposizione in una direzione di sinistra massimalista. Ad accentuare e inasprire quella tendenza contribuirà anche la concorrenza che i due partiti si fanno (e si faranno almeno fino alle Europee) sul medesimo bacino elettorale. 

La collocazione che hanno scelto, infatti, non consentirà loro di allargare il perimetro del consenso ad altri segmenti sociali, ma li porterà inevitabilmente a concentrarsi sul medesimo 33-34% della società italiana da dividere in due, secondo un dosaggio che sarà determinato dalla regola dei vasi comunicanti: ciò che perderà l’uno sarà guadagnato dall’altro, e viceversa. 

Questo implica una conseguenza politica perfino ovvia: nessuno dei due partiti potrà (se anche lo volesse) aprire il dialogo con il governo su qualsiasi tema. Chi lo facesse sarebbe infilzato dall’altro ed esposto come “traditore” davanti a un elettorato che è – per così dire – “in palio”. Dunque, è semmai prevedibile che la gara sarà in senso inverso: ciascuno tenterà – davanti a quella “curva” – di mostrarsi come il più intransigente nemico di Giorgia Meloni

Se questa è la condizione dell’opposizione politica (che avrà come grancassa i soliti giornali, più la Cgil), sarà bene che il governo e la maggioranza entrino nell’ordine di idee di fare da sé. Non pensino (né sulle riforme né su alcun altro tema, nemmeno di massimo interesse nazionale) di poter contare su un’opposizione dialogante. Al contrario: ogni pretesto sarà utile alla minoranza per urlare, per alzare i toni, per gridare al fascismo, e via esagerando ed estremizzando. 

Morale: a mio avviso, il governo non dovrà farsi distrarre dalla cacofonia mediatica e dai rumori di fondo politici. E dovrà invece concentrarsi sul fare: “deliver and get things done”, direbbero gli americani. Cioè realizzare il proprio programma, fare le cose, avendo naturalmente chiaro l’interesse generale, ma mantenendo costantemente un occhio di riguardo per i propri elettori, per le aree sociali che hanno scelto con fiducia il centrodestra. Tutto passerà dal mantenimento di quel rapporto con questa mezza Italia abbondante: non da altro, non da altri.