Politica
Istat: cala la fiducia nelle istituzioni, il Quirinale resta il più solido
Di Ilaria Donatio
La fiducia degli italiani nelle istituzioni è in calo. Lo rivela l’ultima indagine dell’Istat relativa al 2024, secondo cui la flessione è generalizzata e riguarda la quasi totalità degli organi pubblici e politici, con un’unica eccezione parziale: la Presidenza della Repubblica, che si conferma tra le istituzioni più affidabili, pur registrando anch’essa una leggera discesa.
Il dato è indicativo di una tendenza più ampia. Il grado di fiducia nel Quirinale passa dal 71,6 per cento del 2023 al 68,2 per cento del 2024. Insieme al Capo dello Stato, a conservare livelli ancora relativamente alti di apprezzamento sono i Vigili del fuoco e le Forze dell’ordine, seguiti a distanza da magistratura e scuola. Agli ultimi posti, invece, si collocano i partiti politici, con indici di fiducia ormai stabilmente sotto la soglia del 20 per cento.
Nel dettaglio, la percezione del sistema giudiziario si attesta su livelli intermedi: circa il 44 per cento dei cittadini gli attribuisce un punteggio compreso tra 6 e 10, ma il 41 per cento lo valuta tra 1 e 5. Interessante il dato territoriale: il Mezzogiorno mostra una fiducia più elevata rispetto al Nord e al Centro, segno che il giudizio sulle istituzioni non è omogeneo e risente delle diverse esperienze local
Un trend che si consolida
La flessione non appare episodica. Per l’Istat, si tratta di una tendenza consolidata nel tempo, alimentata da una percezione diffusa di inefficienza, lentezza decisionale e distanza tra cittadini e istituzioni. Dopo il picco di fiducia registrato negli anni della pandemia, l’indice è tornato a scendere, riportando l’Italia su valori analoghi a quelli di inizio decennio.
Il calo interessa in particolare Parlamento e Governo, dove le oscillazioni del consenso risentono dell’instabilità politica e del ciclo elettorale. Ma la perdita di fiducia non è solo politica: riguarda anche la pubblica amministrazione, la giustizia e, più in generale, la capacità dello Stato di rispondere ai bisogni quotidiani delle persone.
Le istituzioni di servizio reggono
A reggere meglio sono invece le istituzioni di servizio, come i Vigili del fuoco o le forze dell’ordine. Un segnale che la fiducia dei cittadini tende a concentrarsi su quegli organismi percepiti come operativi e vicini al territorio, meno esposti alle polemiche e ai conflitti della politica.
In un sistema democratico, questa distinzione tra istituzioni “operative” e istituzioni “di rappresentanza” è significativa: indica che la credibilità dello Stato, oggi, si misura più sui risultati e sulla concretezza che sui principi astratti.
Il ruolo del Quirinale
In questo quadro, la Presidenza della Repubblica si conferma come il principale punto di riferimento. Il suo ruolo super partes e di garanzia costituzionale continua a rappresentare, per gran parte dell’opinione pubblica, un presidio di equilibrio e continuità. Tuttavia, anche il lieve calo registrato al Quirinale mostra che la crisi di fiducia attraversa ogni livello istituzionale. Nessuna figura o organo, per quanto rispettato, è del tutto immune dal clima di disillusione che caratterizza la società italiana.
Una questione di legittimità
Il deterioramento del rapporto tra cittadini e istituzioni pone una questione di legittimità democratica. Meno fiducia significa più distanza, meno partecipazione e, nel lungo periodo, maggiore vulnerabilità del sistema politico. Ricostruire questo legame richiederà tempo e politiche credibili: maggiore trasparenza, efficienza amministrativa, ascolto dei territori e una comunicazione istituzionale capace di rendere conto delle decisioni, non solo di annunciarle.
La fotografia scattata dall’Istat non è dunque solo un indice statistico: è un indicatore sociale, che misura lo stato di salute della democrazia italiana. E il messaggio è chiaro: la fiducia non si comanda, si riconquista.





