Politica

Intervista a Perantoni (Pres. Comm. Giustizia): “Legge su fine vita non più rinviabile”

09
Novembre 2020
Di Redazione

The Watcher Post oggi aggiunge una nuova tappa al suo viaggio nelle interviste tra i Presidenti delle Commissioni parlamentari. Mario Perantoni è il Presidente della Commissione Giustizia alla Camera dei Deputati. L’urgente riforma del sistema giudiziario è uno dei temi fondamentali affrontati nell’intervista insieme ai progetti che riguardano digitalizzazione, 5G, lungaggini giudiziarie e lavoro da remoto per i parlamentari.

 

Prima di tutto auguri e congratulazioni per la Sua elezione a Presidente di Commissione. Quali sono le priorità della sua presidenza?

Grazie. Indubbiamente l’attenzione maggiore ricadrà sulle riforme messe a punto dal governo: mi riferisco, in particolare, alla riforma del processo penale e civile e a quella relativa al CSM, nonché alla modifica di alcuni aspetti ordinamentali dell’ordinamento giudiziario. Ci sono poi altre questioni sul tavolo che a mio modo di vedere rivestono carattere prioritario, prima fra tutte la regolamentazione del fine vita, non più rinviabile a seguito della sentenza della Corte Costituzionale sull’articolo 580 del codice penale. Mi auguro che si possa replicare l’ottimo risultato ottenuto con l’approvazione alla Camera della legge contro le discriminazioni omotransfobiche, misogine e nei confronti delle persone con disabilità. Sarebbe un importante segnale di civiltà che la politica darebbe al Paese, e il buon esempio è sempre l'insegnante migliore.

 

Recovery Fund: tra le priorità segnalate proprio dalla sua Commissione sulle linee guida del Piano di Ripresa e Resilienza c’è la digitalizzazione del sistema giudiziario, che significa puntare forte su banda ultralarga e 5G. Considera questa sfida una priorità tra le priorità in termini di progetti da finanziare? Che tempi e costi immagina?

La digitalizzazione è certamente una priorità anche per il sistema giudiziario e l’emergenza che stiamo vivendo lo ha dimostrato chiaramente: il processo di informatizzazione della giustizia ha consentito al Paese di non fermarsi e di andare avanti nonostante la tragedia che ci ha colpito. Nel lungo periodo, la digitalizzazione comporterà certamente un miglioramento complessivo dell’organizzazione dei servizi di cancelleria, consentendo di realizzare considerevoli risparmi di spesa e di raggiungere una trasparenza delle informazioni relative alle cause e alle sentenze, sia per l’avvocatura sia per i cittadini. Sui tempi e sui costi, invece, preferisco lasciar la parola a chi ha competenze in merito.

 

Al di là della sfida digitale la riforma complessiva del sistema giudiziario italiano è attesa da tempo. Come intende velocizzare questa riforma strutturale e quali ostacoli teme di più?

Non credo che debba prevedere strumenti particolari per accelerare l’iter delle riforme, ma sono convinto che lavorando seriamente e con la dovuta attenzione, i risultati arriveranno nei tempi giusti. Non temo ostacoli particolari e se si presenteranno, cercherò di affrontarli e superarli con il massimo impegno possibile: mi auguro che si ragioni sempre in un’ottica di dialogo costruttivo e in termini di interesse generale e che non si approfitti delle situazioni per i soliti interessi particolaristici e di bottega.

 

In queste settimane è tornato prepotentemente d’attualità il discorso relativo alla possibilità di svolgere da remoto i lavori parlamentari. E’ la strada giusta? O ci sono altre strade per garantire la continuità dei lavori al tempo della pandemia?

Obiettivamente, se non ricorressimo ai lavori da remoto in una fase di emergenza come quella che stiamo vivendo, andremo incontro ad un forte rallentamento dei lavori. Per ora, la Giunta per il regolamento di Montecitorio ha stabilito che i lavori delle commissioni parlamentari potranno svolgersi anche a distanza, ampliando ulteriormente i casi in cui le commissioni possono svolgere la loro attività da remoto in questo periodo di emergenza sanitaria. Oltre alle audizioni, anche le sedute potranno avvenire in collegamento, ad eccezione di quelle in cui dovranno svolgersi votazioni.  Come ha detto il presidente della Camera, Roberto Fico, sul tavolo restano ancora altre proposte su cui è indispensabile un confronto approfondito tra tutti i gruppi.

 

Certezza diritto e lungaggini giudiziarie sono i parametri d’ingresso in Italia per le multinazionali. Sono i due principali fattori di valutazione per gli investimenti economici internazionali.

Già, ed è per questo che stiamo lavorando all’efficienza del processo penale e di quello civile…

 

Certezza delle previsioni fiscali: quali misure vanno implementate per evitare che ogni anno entrino in vigore nuove norme che cambiano troppo di frequente il quadro fiscale di riferimento? Lei ad esempio è anche intervenuto sul tema ecobonus, andrebbe reso strutturale?

Su questo posso rispondere meramente a titolo personale, posto che la commissione non ha alcuna competenza in materia fiscale. Il governo sta lavorando ad una riforma complessiva del sistema fiscale, al fine di renderlo più snello e più equo, semplificando il sistema normativo anche nell’ottica di una maggiore certezza del diritto. Sono convinto che il sistema della cedibilità dei crediti fiscali, introdotto con il cosiddetto ecobonus, debba essere reso strutturale, ovviamente con giudizio ed equilibrio.

 

Professionisti: non tutte le categorie sembrano voler abbracciare la digitalizzazione portata da questo periodo di emergenza. Con riguardo ad es. alla professione notarile, avete in programma di favorire l’adozione degli atti pubblici telematici come già avvenuto in Francia?

Le innovazioni comportano sempre resistenze. Ad ogni modo, credo che la digitalizzazione sia un processo ormai irreversibile, che però – come tutte le cose – non deve essere imposto, ma condiviso ed introdotto nel sistema gradualmente, favorendone la diffusione con la conoscenza e l’incentivazione.

 

 

Paolo Bozzacchi

 

 

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