Politica

Il Mediterraneo tra crisi e cooperazione: Fontana e Tajani rilanciano la diplomazia parlamentare

09
Luglio 2025
Di Ilaria Donatio

Il Mediterraneo come culla della democrazia, ma anche come nuovo epicentro di tensioni globali, dalla guerra in Medio Oriente all’instabilità energetica e alimentare. A Montecitorio, nel corso del convegno “Democrazia e parlamentarismo nell’area del Mediterraneo”, il presidente della Camera Lorenzo Fontana e il ministro degli Esteri Antonio Tajani hanno rilanciato il ruolo della diplomazia parlamentare come strumento per rafforzare pace e cooperazione tra i Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum.

Fontana ha ricordato come «le coste del Mediterraneo non segnano un limite, ma l’inizio di una più ampia area di interrelazioni geopolitiche». Un’area oggi attraversata da crisi complesse, che richiedono risposte condivise: «Favorire in ogni sede la diplomazia parlamentare è fondamentale per prevenire i conflitti, risolverli e costruire la pace. In un contesto internazionale in rapido mutamento, serve insistere sul dialogo politico-istituzionale per garantire sicurezza e giustizia».

Più diretto e ironico l’intervento di Antonio Tajani, che ha aperto il suo intervento definendosi «il ministro degli Esteri più sfigato della storia: due guerre, quella commerciale… succede sempre qualcosa». Una battuta per sdrammatizzare, ma seguita da riflessioni strategiche: «Il Mediterraneo è una straordinaria risorsa, fondamentale per la nostra politica estera, economica e commerciale. Non possiamo permettere che si trasformi in un cimitero di migranti. Deve diventare una miniera di opportunità».

Per Tajani, l’Italia deve lavorare per costruire un’area di prosperità condivisa: «Come diceva un economista francese, dove passano le armi non passano le merci. Noi vogliamo che il Mediterraneo torni a essere un mare di commercio, democrazia e cooperazione tra i popoli». Un obiettivo che – ha sottolineato – richiede un impegno costante dell’Italia sia sul piano istituzionale che su quello economico.