Politica

I media e il governo, servirebbe un po’ di equilibrio

16
Gennaio 2023
Di Daniele Capezzone

In questa rubrica, si sa, a volte il tasso di ingenuità si impenna a livelli impensabili. Fino al punto di ritenere utili alcuni consigli ai maggiori media italiani. Fino al punto di credere possibile un atteggiamento fair, non fazioso, dei quotidiani di più lunga tradizione (per quanto in drammatica crisi di vendite, con una curva ormai consolidata di un meno quindici per cento l’anno, roba da estinzione…).

Ma a questa ingenuità non vogliamo rinunciare: e dunque ci permettiamo un suggerimento ai cosiddetti “giornaloni”. Ma che senso ha continuare ad aggredire il governo di Giorgia Meloni ogni giorno, usando – a targhe alterne – argomenti opposti? 

Se ci pensate un istante, la cosa è perfino comica. Un giorno si aggredisce il governo perché c’è il “pericolo fascista”, mentre il giorno dopo lo si attacca per “eccesso di draghismo”, cioè per una presunta non riuscita discontinuità rispetto al precedente esecutivo. Un giorno si cerca di attaccare la Meloni rimproverandole una troppo marcata aderenza alla sua storia culturale e politica, mentre il giorno dopo la si colpisce accusandola di cercare troppi compromessi in nome del realismo. Un giorno la si invita a una “salutare incoerenza” (sic: abbiamo letto anche questo) rispetto alle cose dette negli anni passati, mentre il giorno dopo si va a fare un confronto, con tanto di lente di ingrandimento, tra una sua dichiarazione di oggi e una di quattro anni fa. 

Tutto ciò – sia detto con rispetto – è puerile da parte di media e testate che, a questo punto, non dovrebbero più sorprendersi della loro crisi sul mercato. 

Sarebbe molto più utile (a loro e pure al governo) misurare l’azione dell’esecutivo per un verso nel medio periodo, senza l’ansia da prestazione per cui ogni giorno si annuncia ai lettori un’apocalisse imminente, e per altro verso ancorare il giudizio a questioni di fondo (tasse, spesa, debito, e così via), sfidando in positivo il governo a darsi degli obiettivi, e al tempo stesso costringendo le opposizioni a un ruolo di costruzione nel tempo, anziché a una guerriglia basata su un day by day che non lascia nulla (né ai lettori né agli elettori).

La nostra è una speranza vana, di tutta evidenza. Ma a volte anche un messaggio in bottiglia può avere un destino fortunato e non scontato, chissà.

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