Politica

Focus fiscale sulla legge delega. Intervista con Alberto Gusmeroli

08
Febbraio 2024
Di Alessandro Caruso

La legge delega sta trovando attuazione grazie ai decreti attuativi approvati dal governo. Moltre misure vanno a cambiare il nostro assetto fiscale. Ne abbiamo parlato con l’onorevole Alberto Gusmeroli, presidente della commissione Attività produttive, commercio e turismo della Camera per fare chiarezza sui punti di particolare interesse della normativa.

Intanto un passaggio sulle tempistiche: come sta procedendo l’approvazione dei decreti attuativi?
«Il governo ha emanato già sette decreti attuativi ed è in corso l’emanazione di altri decreti. Credo che nell’ambito del primo semestre del 2024 saranno tutti emanati».

Iniziamo con l’approfondire la materia dell’ultimo decreto attuativo della delega fiscale, che riguarda il concordato preventivo per le partite IVA. Ci può spiegare cosa prevede?
«Negli ultimi 50 anni si è cercato di contrastare l’evasione nei modi più vari, in generale complicando il fisco, pensando che fosse il modo migliore per controllare l’evasione. In realtà abbiamo riscontrato che questo non è accaduto: ci sono state norme quali la cosiddetta “manette agli evasori”, ci sono stati i blitz nelle città dei vip, ci sono stati anche i condoni, che hanno fatto più o meno tutte le forze politiche. Invece questa legge delega va in una direzione completamente diversa, quella della semplificazione, della graduale riduzione della pressione fiscale, dei controlli, ma anche degli accordi. I concordati preventivi biennali prevedono sostanzialmente che se l’azienda, il contribuente, il lavoratore autonomo, l’artigiano, il commerciante dichiarano una certa cifra, per due anni non vengono sottoposti a controlli, quindi di fatto si baratta una spinta all’emersione. Perché ovviamente si punta a far crescere il dichiarato e, di conseguenza, anche il gettito. Quel gettito potrà essere destinato alla riduzione della pressione fiscale».

Altra misura di cui si è parlato molto è la rateizzazione del maxi acconto di novembre.
«Questa è una battaglia triennale della Lega, e in particolare del sottoscritto. Sostanzialmente negli anni si è visto che si rateizzava il saldo e l’acconto di giugno, ma non si rateizzava l’acconto di novembre, cioè il 50% delle tasse diventava una sberla talmente forte per cui le aziende o i lavoratori autonomi dovevano chiedere un prestito in banca oppure non riuscivano a pagare, quindi poi pagavano sanzioni e interessi. Invece adesso l’acconto si calcola sulla base dell’anno precedente, però si rateizza in 12 mesi. Questo permetterebbe nel breve termine di abolire la ritenuta d’acconto. E darebbe liquidità al sistema, ma anche tranquillità alle imprese, che non sarebbero più gravate dall’incubo dell’acconto di novembre».

A proposito di imprese, una misura di stringente interesse è il super ammortamento per le nuove assunzioni. Come funzionerebbe?
«Questo è un progetto di legge della Lega che è entrato in delega fiscale ed è entrato anche in legge di bilancio, quindi in questo momento è in vigore dal primo gennaio 2024 per tutte le assunzioni in eccesso rispetto all’anno precedente a tempo indeterminato: in sostanza, invece di dedurre il 100% sì deduce il 120%. Se si tratta invece di assunzioni di giovani sotto i 30 anni, lavoratrici madri, diversamente abili ed ex percettori di reddito di cittadinanza, la deduzione dal reddito è del 130%. Questo spinge le assunzioni, con particolare riferimento a quelle a tempo indeterminato, quindi favorisce l’aumento dei posti di lavoro».

Come dicevamo, uno dei macro obiettivi di questa maggioranza è la semplificazione fiscale. Concretamente che cosa si sta facendo per conseguire questo obiettivo?
«Abbiamo circa 1500 scadenze all’anno, li vogliamo diminuire, vogliamo fare quello che si pensava di fare con la fatturazione elettronica ma che non è avvenuto. Si tratta di un processo mediamente lungo che richiederà dai 2 ai 4 anni. Per riuscire a semplificare ci vuole tempo, perché la normativa fiscale è interconnessa, tante norme si sovrappongono e bisogna fare i testi unici. Quindi semplificare vorrà dire anche fare leggi semplici e comprensibili. Questa è una sfida importante che interessa tutti, perché la compilazione fiscale è di fatto un’imposta occulta che paghiamo».

L’altro macro obiettivo è il riequilibrio del rapporto del rapporto fisco-cittadino e fisco-imprese.
«Nel momento in cui un’azienda o un lavoratore autonomo con ricavi fino a €85000 paga solo il 5% per 5 anni e ha l’abbattimento del 35% dei contributi, ha un regime semplice e a bassa tassazione, pagare le tasse diventa concorrenziale rispetto all’evasione. Bisogna poi diminuire le sanzioni perché ce ne sono alcune spropositate che arrivano al 90%. Ci sono addirittura sanzioni per irregolarità formali. Quindi su questi temi se si vuole riequilibrare il rapporto cittadino-fisco bisogna anche intervenire sugli aspetti sanzionatori, sui versamenti rateali a lungo termine, quelli a 10 anni».

Una domanda flash sul Superbonus: in questa fase di approvazione dei decreti attuativi è possibile che vengano riviste le detrazioni in materia edilizia?
«Sicuramente, vogliamo pensare a un sistema in cui le fasce di popolazione con poca capacità economica possano usufruire di deduzioni fino al 100% dell’intervento edilizio, con la cessione del credito e lo sconto in fattura. Per chi invece ha i risparmi e capacità fiscali si può pensare a una deduzione proporzionata in dichiarazione dei redditi».

Montaggio a cura di Simone Zivillica