Politica

FdI, la Roma di Perissa. Più strutture e una legge sullo status della Capitale

03
Aprile 2024
Di Giampiero Cinelli

Due settimane fa Fratelli D’Italia ha eletto il segretario della sezione romana. Marco Perissa, attualmente deputato nel partito di Giorgia Meloni e molto vicino alla premier, ha ottenuto la fiducia da unico candidato, dopo il ritiro di Massimo Milani prima del congresso all’Eur. Abbiamo parlato con Perissa, che vede Fratelli D’Italia da protagonista in città e sugli scranni del Campidoglio. Ecco i passi fondamentali che secondo lui Roma deve fare nei prossimi anni.

Cosa significa politicamente la sua investitura, arrivata infine da candidato unico?

«Significa che Fratelli d’Italia riprende il suo cammino a Roma seguendo la stella polare dell’unità e della compattezza. I prossimi due anni saranno molto intensi e noi siamo pronti».

Dopo l’Eur come prosegue la vostra opposizione a livello romano e su quali punti verterà?

«A Roma Fratelli d’Italia è il primo partito e in aula Giulio Cesare siede nei banchi dell’opposizione. Siamo consapevoli della responsabilità che abbiamo essendo il gruppo più nutrito dell’opposizione. Continueremo la nostra attività di opposizione, vigilando sulle attività di questa giunta e proponendo le soluzioni migliori per facilitare la vita dei cittadini romani».

Prima delle prossime elezioni amministrative del 2026 una delle vostre priorità è quella di migliorare il modello di rappresentanza cittadina innovando strutture e organigramma, può darci qualche anticipazione sui prossimi passi?

«Indubbiamente non si può parlare del futuro amministrativo di Roma senza prescindere dalla legge sullo Status di Roma Capitale. È ovviamente una riforma complessa ma siamo al lavoro per dotare Roma di poteri speciali».

Su quali fronti in particolare reputa carente l’azione di Gualtieri?

«Il Sindaco è praticamente evanescente, la città non ne percepisce l’azione ma neppure la presenza. I cittadini romani si muovono rassegnati per una città che ha uno straordinario potenziale ma che resta purtroppo inespresso. La Giunta Gualtieri ha usufruito degli sforzi che il Governo Meloni e la Regione Lazio fanno ogni giorno per rendere Roma una capitale moderna e al passo con le altri capitali europee. Pensiamo ai fondi per Metro C, per il Giubileo, i fondi di coesione. Nonostante ciò, la Giunta capitolina non perde occasione per scaricare sul Governo e sulla Regione Lazio i propri fallimenti».

Lei da parlamentare si occupa molto del settore sportivo. Su Roma come lo penserebbe? Quali sono le maggiori criticità e allo stesso tempo le azioni da mettere in campo?

«Lo Sport rappresenta un’opportunità di sviluppo per la città e per i cittadini rappresentando uno degli strumenti privilegiati per favorire l’integrazione e la socializzazione in particolar modo attraverso la riqualificazione e la valorizzazione delle periferie. Le nostre proposte sulla tematica sportiva rappresentano chiaramente un’idea politica di Bene Pubblico e di Cittadinanza che vuole ridare dignità e speranza, anche attraverso lo sport, a coloro che si ritengono abbandonati dalle istituzioni. Il nostro obiettivo è quello di riequilibrare la distribuzione territoriale degli impianti al fine di consentire la capillarità delle attività sportive offerte sia di base che di vertice».

Ha in mente un ruolo da far giocare a Roma riguardo a importanti manifestazioni sportive da ospitare nei prossimi anni?

«L’unico ruolo che può giocare Roma riguardo ai grandi eventi è quello della protagonista. Credo che ogni romano sia ancora deluso dalla vicenda delle Olimpiadi 2024 e di Expo 2030 e noi la Roma del futuro la immaginiamo come una città non solo capace di ospitare un grande evento ma anche la candidata migliore. Certo, è una sfida non semplice, ma sono certo che non è impossibile».

Il partito è stato molto chiaro, l’elezione del segretario provinciale di Fratelli D’Italia è il punto di partenza per la conquista del Campidoglio. Quali sono le “grandi idee per Roma” che state sviluppando per strutturare la vostra proposta di governo cittadino?

«Roma è una città che ha molteplici vocazioni, un unicum nel mondo. Queste vocazioni ad oggi non sono sostenute dall’azione dell’amministrazione. Sogno quindi una città che sappia declinarsi in differenti modi: che sappia mostrare la sua storia ma che sia protesa verso il futuro. La città del dialogo religioso, la città che ospita le istituzioni nazionali che sia al tempo stesso un polo formativo all’avanguardia. Una città che riesca a coniugare l’essere il più grande comune agricolo d’Europa con l’essere un importante polo industriale. Una città d’arte ma che sappia declinare il proprio mare in funzione turistica. Ecco, sogno una città che avvicini le periferie al centro. E per realizzare ciò, è necessario mettere in relazione le competenze per dare alla città la percezione di un partito e non solo delle persone che lo rappresentano. Bisogna costruire rapporti strutturali con gli ambienti produttivi, dal commercio all’artigianato, ma anche una mano tesa ai fragili, centrali da sempre nei programmi di Fratelli d’Italia».

Crede che il vostro sfidante sarà ancora il Pd con Gualtieri?

«Non spetta a noi scegliere le strategie degli altri partiti. Noi siamo decisi a costruire la migliore idea di Roma possibile e questa nostra determinazione deriva dalla responsabilità che abbiamo verso tutti quei cittadini romani che sentono l’urgenza di un riscatto. E quindi abbiamo scelto di guardare avanti anziché guardarci intorno».