Politica

Energia, l’autonomia dell’Italia non più rinviabile. Nucleare, Ue e resto del mondo al banco

17
Settembre 2025
Di Giuliana Mastri

Negli ultimi due anni l’Italia ha ridisegnato la propria mappa dell’energia. Se prima quasi la metà del nostro gas arrivava dalla Russia, oggi quella quota è scesa a meno del dieci per cento. Obiettivo europeo? Azzerarla entro il 2027.

Per garantire i circa 60 miliardi di metri cubi che consumiamo ogni anno, abbiamo puntato su nuove rotte come Algeria, Azerbaigian, Qatar e Stati Uniti.

Sul fronte interno, le rinnovabili hanno fatto passi avanti: nel 2024 hanno coperto il 41% della domanda elettrica, superando per alcuni mesi le fossili, e a maggio si è toccato un picco del 56%. Un progresso, ma per arrivare al 63% al 2030 servono reti e sistemi di accumulo più solidi.

E proprio di indipendenza, sostenibilità e innovazione si parlerà al Festival dell’Energia del prossimo maggio. Giorni di confronto tra istituzioni, imprese ed esperti di settore: un vero palcoscenico per immaginare il futuro energetico del Paese, tra esigenze immediate e prospettive di lungo periodo

«L’Italia sconta da sempre la mancanza di sovranità energetica. L’acquisto di gas dalla Russia ora è circa il 10% e ci troviamo ad avere costi non indifferenti, ad esempio sul Gnl. La quota di rinnovabili va aumentata ma bisogna anche andare verso gli acquisti collettivi di gas in Europa, come proposto da Draghi. L’altro asse è il nucleare, su cui Paesi come la Cina già competono, con più di 40 centrali nucleari, avendo benefici sui costi finali». Lo ha detto Alessandro Beulcke, Presidente del Festival dell’Energia, a Largo Chigi, format di Urania Tv.

Beulcke ha proseguito: «Sul petrolio l’Italia non ha dati precisi di quanto ce ne sia sotto le coste. Sarebbe possibile indagare con una sorta di ecografia geologica con le navi. Pensate poi che se il Tap raddoppiasse l’importazione di gas dall’Azerbaijan, è già pronto per farlo, il costo della bolletta si abbasserebbe. Ma appunto l’idea vincente sono gli acquisti collettivi. Di questo e molto altro parleremo a Lecce al Festival dell’Energia, che vuole essere sia Stati Generali che fonte di divulgazione. Una grande iniziativa che parla ai territori, proprio quelli che sono coinvolti nelle grandi scelte di politica energetica, e lo faremo riunendo al tavolo industria, scienza, associazioni e probabilmente figure diplomatiche».

Intervenuto a Largo Chigi anche Chicco Testa, il quale sarà Presidente del Comitato d’onore al Festival dell’Energia. Testa ha ricordato che l’Italia è fortemente ancorata a fonti energetiche altrui, parecchio sul petrolio, motivo per cui si dovrebbero fare più ispezioni in Adriatico e Ionio, che possono dare molte sorprese a detta sua. Anche il bisogno di gas è rilevante, sebbene per il 25%, ma il gas influenza il prezzo dell’elettricità. Anche Testa è d’accordo nel rivedere il mix energetico e adoperarsi per una maggiore indipendenza pensando al nucleare ma essendo meno ideologici sulla rinnovabili. Altro tema di policy fondamentale è la formazione del prezzo. Sulle aste borsistiche spesso l’Italia si trova svantaggiata e i costi superano quelli dell’Exchange di Amsterdam per il gas, ricadendo anche su altri tipi di energia. Testa allora ha parlato delle riflessioni in atto per arrivare a dei prezzi fissi evitando la trasmissione dei costi tra i vari ambiti di produzione.

La puntata integrale di Largo Chigi