Politica

Conte al Quirinale, Franceschini premier

11
Agosto 2020
Di Redazione

Data astrale 2022. Il Covid19 per fortuna è già un ricordo lontano. Il Presidente Mattarella dopo duri anni di lavoro ha finalmente messo da parte il mastice politico-istituzionale ed è riuscito a trascorrere un semestre bianco di serenità. Ora si appresta a passare il testimone al suo successore. 

Mario Draghi si è fatto ancora da parte dalla corsa perché l'Italia economica ancora una volta magicamente ce l'ha fatta. I miliardi del Recovery Fund, soprattutto quelli a fondo perduto, hanno iniziato ad affluire nelle casse dello Stato italiche e il famigerato "effetto Grecia" è stato acora una volta scongiurato. Gli investitori istituzionali e i fondi esteri non hanno mai smesso di credere nelle potenzialità del Bel Paese. Così come i nostri piccoli, medi e grandi imprenditori. Lavoratori indefessi e portabandiera del Made in Italy nel mondo non hanno smesso nemmeno un giorno di credere e investire, proprio come i medici e il personale sanitario tricolori sono divenuti anch'essi un modello di professionalità agli occhi del mondo intero. 

La corsa al Colle per la prima volta nella giovane storia della Repubblica è stata una competizione guidata esclusivamente dal buon senso politico-istituzionale. Nessun colpo basso, nessun sotterfugio politico per ottenere consenso. Così come per Draghi non c'è stato bisogno nemmeno di una figura rappresentativa del Centrosinistra di una volta come Romano Prodi. Semplicemente perché l'ideologia è stata superata dalla realtà politico-sociale del Paese, più unito che mai. Forse ancor di più che nel primo dopoguerra, quello che ancora faceva rima con Marshall. 

Giuseppe Conte ha rassegnato le dimissioni da Premier giusto in tempo per lasciare al Presidente Mattarella lo spazio tecnico per assegnare l'incarico a Dario Franceschini, che nel tempo ha dato dimostrazione di rappresentare il miglior pontiere tra il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle e Italia Viva di Matteo Renzi. I numeri ci sono, il passaggio è stato indolore e così si arriverà alla scadenza elettorale senza alcuno scossone e senza passare in pasticceria per un sano rimpasto.

La Repubblca Italiana, dopo 70 anni, può finalmente spegnere le candeline sorridendo. Finalmente è diventata maggiorenne.

 

 

Paolo Bozzacchi

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