Politica

“Collaborare, non dividersi”: l’autonomia secondo Mattarella

19
Maggio 2025
Di Ilaria Donatio

Dal Palazzo Ducale di Venezia, dove si tiene la quarta edizione del Festival delle Regioni e delle Province autonome (qui il programma), arriva un messaggio chiaro dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: l’autonomia è uno strumento prezioso, ma deve muoversi nel solco della Costituzione e nella cornice della leale collaborazione tra Stato e territori. “L’autonomia comporta il riconoscimento di determinate competenze da esercitare nel rispetto dei limiti stabiliti dal dettato costituzionale e al riparo da sconfinamenti altrui”, ha ricordato il Capo dello Stato, sottolineando l’importanza di gestire con equilibrio le sovrapposizioni tra competenze statali e regionali.

Un principio che, per Mattarella, vale ancora di più in ambiti cruciali come la sanità, dove “il concorso di Stato e Regioni nel perseguire i medesimi obiettivi è essenziale per garantire il diritto alla salute dei cittadini”. Il presidente ha poi richiamato il valore del confronto europeo, specie su temi strategici come la difesa e la sicurezza: “La collaborazione tra istituzioni, anche a livello Ue, è parte della soluzione”.

Il Festival è stato anche l’occasione per celebrare i 25 anni dalla riforma che ha introdotto l’elezione diretta dei presidenti di Regione. Una svolta che ha rafforzato il ruolo delle Regioni, riconosciute – insieme a Comuni, Province e Città metropolitane – come enti costitutivi della Repubblica. Un cambiamento che, ha osservato Mattarella, “ha richiesto tempo per assestarsi, ma oggi grazie al ruolo della Consulta, la conflittualità è tornata entro margini fisiologici”.

Ma accanto al richiamo istituzionale, non sono mancati gli interventi più marcatamente politici. Il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha ribadito il proprio sostegno a un’autonomia “che non sia privilegio, ma responsabilità”. “Il cittadino – ha detto – vuole vedere sfaldarsi l’Ufficio complicazione affari semplici. Non possiamo accettare un’Italia dove il futuro di un bambino dipenda dal luogo in cui nasce”. Secondo Zaia, “l’Italia delle due velocità nasce da un centralismo mal gestito, non dal federalismo”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, che ha parlato di “regionalismo cooperativo, anticipativo, europeo”. “Il centralismo non dà risposte ai territori – ha dichiarato – e rischia di aumentare i divari. Serve una Repubblica che non si accontenti di funzionare, ma che sappia pensare e scegliere”.

Fedriga ha anche rivendicato il ruolo delle Regioni come soggetti istituzionali autonomi, capaci di agire con efficacia durante le crisi: “Abbiamo dimostrato che la leale collaborazione è più di un principio: è diventata metodo di lavoro costante”.

Il Festival si chiude dunque con un messaggio duplice: da un lato, l’invito del Quirinale a rafforzare la coesione e a rispettare i limiti costituzionali; dall’altro, la spinta delle Regioni – in particolare del Nord – verso un’autonomia “di responsabilità”, come l’ha definita Zaia, capace di correggere le disuguaglianze e rafforzare il sistema Paese. Un equilibrio non semplice, ma che tutti, almeno a parole, dicono di voler cercare.