Politica

Brexit e Recovery Fund appesi alla sottile linea rossa dei veti

04
Dicembre 2020
Di Redazione

Non bastava il Recovery Fund in bilico grazie ai veti di Polonia e Ungheria. Ora ci si mette anche la Francia che mette a serio rischio i negoziati per arrivare a una Brexit con accordo, piuttosto che ad un "no deal" che significa strappo tra Londra e Bruxelles e che provocherebbe danni ad entrambe. In pentola bolle soprattutto la questione pesca legata alla questione dello sfruttamento delle acque territoriali, che per Parigi vale circa mezzo miliardo di euro. Una vera goccia nel mare rispetto al valore complessivo degli accordi UE-Londra.

Parigi ha alzato l'asticella nelle ultime ore. Una fonte di Downing Street ha fatto trapelare che la prospettiva di una svolta "si sta allontanando" perché Bruxelles "su pressione francese" sta facendo richieste all'ultimo minuto. L'Unione europea si starebbe irrigidendo su come alcune regole comuni e normative debbano essere mantenute dopo la fine del periodo di transizione, in particolare il ruolo dell'ente britannico di emanazione dei sussidi. "L'UE sta inserendo nuovi elementi nel negoziato" prosegue la fonte britannica sentita da ANSA,  "nei prossimi giorni è ancora possibile una svolta, ma questa prospettiva si sta allontanando".

Il negoziatore UE Michel Barnier potrebbe tornare da Londra a Bruxelles (tra oggi e domani) per informare sui recentissimi sviluppi della trattativa, dopo essere partito con il negoziatore che lavora per Parigi che gli aveva detto di tenere duro e non cedere su alcune "linee rosse".

Intanto a Radio Europe 1 il Sottosegretario francese agli affari europei Clement Beaune ha rincarato: "Se l'accordo non sarà buono noi ci opporemo col veto. Ogni Paese ha diritto di veto".

Le due storie (quella di Polonia-Ungheria su Recovery Fund e Francia su Brexit) hanno la stessa morale. O l'Unione Europea fa davvero uno scatto in avanti tagliando con l'accetta la sua burocrazia e abolendo la possibilità di veto oppure l'Europa è destinata a tornare in fretta alla Società delle Nazioni del 1919. Perdendo in un attimo tutto il suo peso internazionale e soffiando sul pericoloso fuoco del nazionalismo.

 

 

Paolo Bozzacchi

 

 

 

 

Photo credits: Dyalisis Patients Citizens

 

 

 

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