Esteri

Covid, le proteste in Cina portano ai primi allentamenti delle misure

30
Novembre 2022
Di Giampiero Cinelli

Le proteste dei cittadini cinesi contro la politica Zero Covid del governo sembrano dare i primi risultati. Ultimamente le agenzie riportano di alcuni allentamenti delle misure anti-Covid a Guangzhou, il capoluogo del ricco Guangdong nel sud della Cina, dove nella notte si sono registrati nuovi scontri tra residenti e polizia a causa delle restrizioni durissime volte a combattere un’ondata di nuove infezioni.

I distretti di Panyu, Liwan, Tianhe, Conghua e Huadu hanno revocato le aree di controllo della pandemia, mentre quello di Haizhu, il più colpito dai focolai del virus, ha consentito ai “contatti stretti qualificati” di essere messi da oggi in quarantena domiciliare, in base a quanto comunicato dalle autorità locali.

Nottata molto tesa

Le immagini a disposizione della nottata ad Haizhu, mostrano la polizia vestita con tute bianche e con in braccio scudi antisommossa trasparenti, che marcia in ranghi serrati lungo una strada. Le registrazioni restituiscono anche delle grida mentre vengono abbattute le barricate. E poi gruppi di persone che lanciano oggetti contro la polizia. In un altro filmato si vedono persone, con le mani legate, che sembrano essere arrestate dalla polizia. Scontri e arresti sono stati riferiti anche da fonti dirette.

Nel fine settimana il sistema di sicurezza cinese si è attivato prontamente per soffocare le manifestazioni che si sono svolte nel fine settimana in diverse città del Paese. Si sentono gli ormai quasi tre anni di restrizioni anti-Covid che in Cina hanno visto il susseguirsi di lockdown molto rigidi e i test Pcr quasi quotidiani della popolazione.

L’imbarazzo delle istituzioni

Questa mattina è stato diffuso un video in cui il portavoce del Ministero degli esteri cinese Zhao Lijian sta rispondendo ai media. Un giornalista di Reuters gli ha chiesto se, alla luce della forte frustrazione della popolazione, il governo intendesse rimuovere o allentare le misure. Il portavoce ha fatto un lungo silenzio mentre con evidente disagio muoveva la testa e sfogliava le carte che aveva davanti. Allora ha chiesto di ripetere la domanda. Dopo averla sentita è restato di nuovo muto per qualche secondo quando, d’un tratto, ha affermato che la rappresentazione del giornalista non corrispondesse alla realtà di quanto accaduto.

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