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Usa 2024: – 316, i Natali diversi dei diversi candidati a Usa 2024

25
Dicembre 2023
Di Giampiero Gramaglia

Natale difficile, per Joe Biden, giù nei sondaggi, con il sostegno delle minoranze nera e ispanica che vacilla e alle prese con problemi che non riesce a risolvere, i migranti e la guerra tra Israele e Hamas. Natale tronfio per Donald Trump, che inanella smargiassate (e torna a prendere le distanze da Adolf Hitler, pur ricalcandone i toni da ‘difesa della razza’). Natale di rimonta per Nikki Haley, che vola nei sondaggi in New Hampshire e accorcia le distanze da Trump.
Secondo un rilevamento dell’American Research Group, l’ex governatrice del South Carolina è ora al 29% delle preferenze nello Stato dove le primarie si terranno il 23 gennaio e insidia il magnate, che è sceso al 33%. Il governatore della Florida Ron DeSantis è molto indietro, come tutti gli altri candidati ancora in lizza per la nomination repubblicana.
Naturalmente, Trump sminuisce la minaccia Haley: “Un altro falso sondaggio in New Hampshire, un’altra truffa”, scrive su Truth. E già che c’è cerca di creare zizzania fra i democratici, sostenendo che Kamala Harris, la vice di Biden, sarebbe “meglio” del suo boss come presidente, ma solo perché “non penso che ci possa essere qualcuno peggio di Biden”.
Il governatore democratico della California Gavin Newsom stempera gli entusiasmi dei democratici del suo Stato che, sulla scia della decisione della Corte Suprema del Colorado, vogliono squalificare Trump dalle primarie nello Stato. “Non c’è dubbio che Trump sia una minaccia per le nostre libertà e anche per la democrazia. Ma in California i candidati noi li battiamo al voto. Tutto il resto è distrazione politica”, dice Newsom.
Diverse persone si sono rivolte al segretario di Stato della California Shirley Weber perché esplori qualsiasi opzione legale per escludere Trump dalle primarie. La Corte Suprema del Colorado s’è pronunciata in tal senso sulla base del 14° emendamento della Costituzione statunitense.
A quanto si apprende, Biden intende prestare più attenzione alle minoranze nel 2024 per indurre afro-americani e ispanici a votarlo come fecero nel 2020. Per il momento, i sondaggi non sono incoraggianti: il presidente ha circa il 60% delle preferenze dei neri, rispetto al 92% del 2020; e circa il 33% delle preferenze degli ispanici, rispetto al 59% nel 2020.
Sull’ANSA, Serena Di Ronza nota che “i giovani democratici stanno girando le spalle a Biden e lo criticano aspramente per la gestione della guerra fra Israele e Hamas. I rilevamenti più recenti indicano che il 45% di loro lo bolla come troppo favorevole e Israele e solo il 20% lo promuove”.
Il sostegno quasi incondizionato a Israele sta costando caro a Biden anche a livello internazionale: gli Stati Uniti appaiono in rotta di collisione con alcuni dei loro maggiori alleati e sempre più isolati specie all’Onu. “Per l’amministrazione democratica – osserva il New York Times – è un duro colpo dopo anni trascorsi a fare uscire gli Usa dall’isolamento causato da Donald Trump e soprattutto dopo il successo avuto alla guida della una crociata mondiale contro la Russia per l’invasione dell’Ucraina”. Con l’appoggio a Israele e ai suoi interessi, “l’Amministrazione Biden è vista in parte del mondo come quella che consente la letale campagna” anti-palestinesi.
A complicare ulteriormente la posizione di Biden è l’emergenza migranti al confine con il Messico. Le stime parlano di circa 10.000 arrivi al giorno, una cifra quasi record, e di strutture d’accoglienza allo stremo, non in grado di soddisfare i bisogni primari di chi entra nell’Unione dopo un viaggio estenuante e pericoloso.
Sotto il flusso degli arrivi, Stati come il Texas repubblicano inviano autobus di migranti in grandi città democratiche, innescando l’ira dei sindaci contro l’inerzia dell’Amministrazione. E città lungo il confine organizzano sorte di ‘milizie’ anti-migranti.
All’emergenza migranti, che Trump cavalca, facendo breccia fra gli elettori, sono legati gli aiuti all’Ucraina, che i repubblicani intendono bloccare fin quando non sarà stato raggiunto un accordo sulla sicurezza alla frontiera con il Messico.