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Tra conti, crisi globali e nuove frizioni

06
Dicembre 2025
Di Alessandro Caruso

L’impressione, più che in altre settimane, è quella di un Paese e di un continente che avanzano su più fronti contemporaneamente, costretti a tenere insieme bilanci, geopolitica e vicende giudiziarie che toccano il cuore delle istituzioni. In Italia la discussione sulla Legge di Bilancio procede in salita: un testo che mantiene il taglio del cuneo, ridisegna l’Irpef e prova a distribuire risorse su difesa, sicurezza cibernetica, infrastrutture ed energia, ma che sconta margini finanziari stretti e un’economia europea indebolita. Le opposizioni chiedono una svolta su salari, sanità e istruzione, mentre la maggioranza cerca di evitare fratture interne in un passaggio che anticipa il clima delle Europee. Proprio nel momento in cui si entra nel vivo della manovra, a Roma prende il via Atreju, il raduno politico che ogni anno diventa barometro degli equilibri della destra. Il tema dominante resta il posizionamento internazionale dell’Italia, con un’enfasi su sicurezza, sovranità tecnologica e attrazione degli investimenti: obiettivi ambiziosi che si scontrano con le rigidità del bilancio e con un contesto globale che corre più veloce della politica.

Sul fronte esterno torna a muoversi anche la diplomazia: tra Kiev e Mosca si moltiplicano i contatti per definire almeno un cessate il fuoco tecnico. Un negoziato che resta fragile, con Kiev alla ricerca di un alleggerimento militare senza concessioni territoriali e Mosca interessata a cristallizzare i rapporti di forza sul terreno. L’Europa osserva con prudenza, mentre la nuova amministrazione americana ridisegna l’agenda transatlantica influenzando la gestione degli aiuti militari e la stabilità del tavolo negoziale.

A completare il quadro arriva la vicenda giudiziaria che coinvolge Federica Mogherini e Stefano Sannino, un’inchiesta che tocca le reti più alte della diplomazia e della formazione europea. Pur in fase preliminare, il caso ha immediatamente polarizzato il dibattito, riaprendo il tema della responsabilità nei ruoli pubblici e della fragilità delle zone grigie tra relazioni istituzionali, consulenze e governance delle strutture europee. Nel complesso emerge una settimana in cui dimensione interna e internazionale scorrono sullo stesso piano: la manovra riflette le incertezze globali, Atreju misura le ambizioni della maggioranza, il negoziato ucraino ricorda la vulnerabilità del continente e l’inchiesta sulle figure italiane in Europa mette in luce l’esigenza di maggiore trasparenza. Un intreccio che conferma quanto oggi sia difficile separare economia, politica e diplomazia in un quadro che cambia più rapidamente della capacità di governi e istituzioni di adattarsi.