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La polemica da sinistra sul “pizzo di stato”. Ma il Pd proprio non ce la fa a empatizzare con i contribuenti?

29
Maggio 2023
Di Daniele Capezzone

Niente, è più forte di loro. Una delle parole che a sinistra amano maggiormente pronunciare è “empatia”. Ma gli unici con cui proprio non riescono a empatizzare sono i contribuenti italiani che pagano le tasse. 

Se serviva l’ennesima testimonianza di questa impossibilità, è venuta dalla furia corale, priva di eccezioni, scatenata, a tratti perfino isterica, con cui la sinistra politica e quella mediatica hanno reagito al riferimento di Giorgia Meloni, in un comizio, al “pizzo di stato”. Come era ed è chiaro a chiunque non sia accecato dall’odio verso i taxpayers (e dal suo fratello gemello: la statolatria, l’adorazione dello stato), la Meloni si riferiva a un approccio rapace del fisco contro i contribuenti, a un’imposizione eccessiva e a tratti perfino persecutoria nei confronti dei “piccoli”.

Il passaggio dell’intervento della premier Giorgia Meloni sulle tasse

Ora, qualunque persona normale e di buonsenso avrebbe applaudito le parole della Meloni, e semmai l’avrebbe incoraggiata a tradurle in pratica. In particolare, un’opposizione intelligente avrebbe trasformato quelle parole in una sfida a cui chiamare la premier: dimostraci che, in quattro anni, sarai in grado di tenere fede a questo impegno.

E invece no: è partita la lapidazione, confermando negli italiani quella che era già una convinzione diffusa. E cioè che per il Pd le tasse siano “bellissime”, che non ci sia altra strada se non il massacro fiscale dei soliti (e infatti, carsicamente, si ricomincia con la riforma del catasto e la richiesta di aumentare la già esosa patrimoniale immobiliare, oltre allo stigma di “evasori” applicato agli autonomi).

Qui lo scriviamo da tempo. Finché il Pd non correggerà (anzi: finché non stravolgerà) questo assunto, è pressoché impossibile che la sinistra italiana possa competere per vincere a livello nazionale. È semplicemente incredibile che un moderno “partito del lavoro” continui ad aggredire moralmente la mezza Italia del lavoro autonomo, essendo incapace di proporre – da sinistra – una sintesi avanzata tra le esigenze degli autonomi e quelle del lavoro dipendente.

Che aspettano alcune personalità della sinistra ad aprire una polemica su questo terreno? Come fanno a non capire che, se nei giorni pari ci si dedica solo al dirittismo e al fondamentalismo green, e nei giorni dispari si aggrediscono autonomi e imprese, si consolida l’immagine di un Pd nemico della crescita, anzi di un eterno “partito delle tasse”? 

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