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 La destra eviti i trappoloni. La mitica battaglia per l’”egemonia”? Mai cominciata…

22
Aprile 2024
Di Daniele Capezzone

Mi sia perdonato un minimo di autoreferenzialità: se uno scrive – in epoca non sospetta, molti mesi fa – un libro dall’inequivocabile e provocatorio titolo “E basta con ‘sto fascismo”, è evidente che oggi non sarà affatto colto di sorpresa dalla disperazione politica di una sinistra senza idee, a cui rimane solo l’inseguimento dei fantasmi, degli spettri. Come il fascismo, appunto: che oggi esiste solo nelle teste e nei cuori progressisti in cerca di nemici per ridarsi un’identità perduta. 

Quindi la scenetta della conduttrice in crollo di ascolti in cerca di martirio, dell’intellettuale che deve lucidare la sua statua (antifascista) in bronzo, del solito caravanserraglio di dichiaratori compulsivi e seriali, tutti pronti a gridare ridicolmente contro “TeleMeloni”, il fascismo, la censura, mi lascia perfino annoiato: è l’eterno ritorno del sempre uguale, la recidiva della noia, la vendetta della scontatezza più appiccicosa. 

Semmai, ciò che inizia ad allarmare è la facilità irrisoria con cui la destra – politica e mediatica – continua a cadere in questi trappoloni. Pur avendo ragione, finisce regolarmente all’angolo e sulla difensiva. Il racconto è sempre gestito e indirizzato dagli altri. Ognuno scelga la sua spiegazione: inadeguatezza di alcune scelte sulle persone, mentalità ancora da minoranza anziché da larga maggioranza, attitudine al gruppo chiuso più che alle finestre aperte, allergia non dichiarata ma reale nei confronti di ciò che – pur ostile alla sinistra – non sia percepito come interno alla “comunità” della destra politica, oppure solo (per i più ottimisti) la necessità di tempo per familiarizzare con la nuova situazione. 

Certo, la sensazione è che la mitica battaglia per l’”egemonia” non sia mai neppure cominciata. Ma il tempo passa, e sarà bene non sciuparne altro. 

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