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Accordo Ita-Lufthansa, entro giovedì la firma. Ecco i veri (positivi) numeri della compagnia italiana

22
Maggio 2023
Di Alessandro Caruso

Le notizie focali della settimana sono certamente due. La prima: tra mercoledì e giovedì si chiuderà l’accordo delle “nozze” tra Ita Airways e Lufthansa. Una tappa che segna la fine di un lavoro certosino di cucitura di tutte le trame dell’intesa, che ha visto una fitta collaborazione tra il Mef, attualmente proprietario del 100% dell’azienda, e la governance della compagnia, il presidente Antonino Turicchi e il ceo Fabio Lazzerini. Sono questi ultimi che hanno facilitato la trattativa grazie a un costante miglioramento delle performance economiche aziendali. E questa è l’altra notizia, che ai più è passata inosservata: i veri numeri di Ita. Tanto per iniziare, i ricavi passeggeri del primo trimestre 2023 sono stati di 345 mln di euro, superiori al budget addirittura dell’1,5% (+5mln). Così come è superiore al budget, ma del 14%, la redditività dell’azienda (indice Ebitda del primo trimestre 2023). E non basta. Sempre con riferimento allo stesso periodo, l’operating cash flow (-22 MEur) è migliore del 74% (+62 mln di euro) già al netto di 30 mln di esborsi per anticipi sull’ acquisto di aeromobili. L’attività operativa, inoltre, ha generato cassa positiva per un equivalente di 80mila euro al giorno e la liquidità, a fine trimestre di 402 mln di euro, è migliorata del 18%.

Una dote che ha permesso al ministro Giorgetti di definire il valore di acquisto del 40% di Ita da parte di Lufthansa a una cifra che, da quanto risulta a The Watcher Post, sarà superiore ai 300mln di euro. Mentre il ceo di Lufthansa Carsten Spohr nei giorni scorsi ha riferito che vede buone prospettive per la conclusione positiva dell’accordo perché Ita è una nuova compagnia, che ha un buon posizionamento e non va confusa con la vecchia Alitalia.

A dimostrazione della solidità dei conti va aggiunto un altro dettaglio. Da fine marzo la compagnia non può più contare sulle vendite delle tratte col Nord America da parte di Delta che non ha attivato il code share sui voli. Nel 2022 Delta aveva contribuito per il 52% ai ricavi di Ita su quelle rotte, ma nonostante ciò il rischio sul budget è stato scongiurato. Anzi la chiusura di aprile registra ricavi per 4,7 mln. Tradotto: un +4% rispetto alle previsioni, grazie alle ottime performance su tutti i settori di rete (domestica, internazionale, intercontinentale).

E se tra le paure dei partner tedeschi c’era la questione del personale, ad oggi la direzione risorse umane dell’azienda sta continuando a portare avanti il processo di assunzione previsto per dotare Ita Airways delle risorse necessarie per dare esecuzione al piano. Del resto, diversamente da altre grandi compagnie europee, grazie ad una corretta pianificazione, Ita non ha mai dovuto cancellare nessun volo per carenza di equipaggi.

Anche le strategie di marketing hanno prodotto risultati positivi. Basti pensare che Volare spa, il programma di loyalty di Ita, ha chiuso il 2022, il suo primo anno di vita, con un utile netto di esercizio di 665.332mila euro, con 1.135.000 iscritti, di cui il 27% stranieri.

Insomma, da bad company a best case made in Italy, sperando che il processo di crescita possa proseguire fino al definitivo ok della Commissione europea che dovrà esprimersi sull’intesa. Tutto sembra finalmente andare per il verso giusto. Non a caso il ministro Giorgetti non ha rilasciato grandi dichiarazioni a riguardo, ma ha affidato il suo commento a due sole, eloquenti, parole: “Sono ottimista!”.

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