Lavoro

Inail, aumentati gli infortuni e le malattie da lavoro. Quanto ha influito il Covid

31
Gennaio 2023
Di Giampiero Cinelli

Nel 2022 sono state presentate 697.773 denunce di infortunio sul lavoro, in aumento del 25,7% rispetto al 2021. I casi di morte sono stati 1.090, in calo del 10,7%. Lo rende noto l’Inail. In crescita le patologie professionali denunciate, che sono state 60.774, in aumento del 9,9%. I dati sono influenzati anche dalla pandemia da Covid-19, sia per quanto riguarda l’aumento complessivo delle denunce da infortunio, sia per il calo del numero dei morti dovuto al minor peso dei decessi causati dal virus.

L’aumento degli infortuni sul lavoro denunciati nel 2022 pesa di più per la componente femminile, che registra un incremento percentuale maggiore e pari a +42,9% (da 200.557 a 286.522 denunce). La parte maschile presenta invece un +16,0% (da 354.679 a 411.251).

La crescita degli infortuni ha interessato sia i lavoratori italiani (+27,0%), sia quelli extracomunitari (+20,8%) e comunitari (+15,8%). Dall’analisi per classi di età emergono incrementi generalizzati in tutte le fasce. Quasi la metà dei casi confluisce nella classe 40-59 anni.

Dunque i morti in seguito a una denuncia di infortunio sul lavoro, come detto sopra, sono stati nel 2022 1.090 (-10,7%), 131 in meno rispetto ai 1.221 registrati nel 2021. Nonostante il calo dei morti, i dati dell’anno appena trascorso sono comunque preoccupanti, non solo poiché peggiori rispetto all’anno precedente. L’Inail infatti evidenzia che l’aumento delle denunce di infortunio nel complesso è dovuto in parte al più elevato numero di denunce da Covid-19, in parte alla crescita degli infortuni tradizionali.

Da notare che appunto le denunce con esito mortale sono statisticamente al -10,7% nel 2022 rispetto al 2021, le morti sul lavoro sono passate infatti da 973 a 790, a cui si contrappone però parallelamente l’incremento dei decessi in itinere (passati da 248 a 300), ovvero quelli che avvengono durante il tragitto casa-lavoro o viceversa, e per raggiungere il luogo dove solitamente si consumano i pasti durante la pausa lavorativa. Il calo delle morti ha riguardato soprattutto i settori dell’industria e dei servizi (da 1.040 a 936 denunce), poi la Pubblica Amministrazione (da 53 a 36) e l’agricoltura (da 128 a 118).

L’Inail in una nota ha così commentato i dati rilasciati: «Questo calo è la sintesi di un decremento delle denunce osservato nel quadrimestre gennaio-aprile (-33,8%) e di un incremento nel periodo maggio-dicembre (+7,1%), nel confronto tra i due anni. Si registrano 180 casi in meno rispetto al periodo gennaio-dicembre 2020 (1.270 decessi) e uno in più rispetto al periodo gennaio-dicembre 2019 (1.089 decessi). Per un confronto più corretto e puntuale si dovrà fare riferimento alla Relazione annuale dell’Istituto di metà anno, in occasione della quale saranno diffusi gli open data annuali (più consolidati di quelli mensili), con l’aggiornamento del quinquennio 2018-2022 al 30 aprile 2023».

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