Lavoro

Covid19: la rabbia degli addetti settore musica

12
Novembre 2020
Di Redazione

L’estate ha illuso di poter tornare ad un’era pre Covid. Poi la seconda ondata di ottobre ha fatto ricadere l’Europa nel lockdown, soft o meno che sia. E’ così per il settore della cultura che ha visto calare il sipario gradualmente per la seconda volta. A poco sono servite le manifestazioni, come quella dei 500 bauli a Piazza del Duomo a Milano che avevano la sembianza più di uno spettacolo che di una protesta. I Dpcm si susseguono, i fondi vengono stanziati, ma le promesse che nessuno venga lasciato indietro fanno fatica ad essere mantenute.

Da oltre 9 mesi la pandemia da Covid-19 ha determinato la serrata di manifestazioni e concerti e con essi sono stati sospesi tutti i processi produttivi legati alla musica. Anche questa realtà ha subito gravi ripercussioni, sia a livello economico sia a livello occupazionale.

“Migliaia di famiglie sono prossime al tracollo economico e non si vede l’ombra di un <<bonifico sul conto corrente>> come più volte proclamato in tv. Siamo provati dalla ‘politica delle parole’ e avviliti delle tante promesse fatte perché non corrispondono alla realtà” – è quanto dichiara Sergio Cerruti, Presidente di AFI, Vicepresidente di Confindustria Cultura e Presidente del Gruppo Media di Assolombarda.

“Come ribadito anche lunedì scorso in audizione presso la 5a Commissione Bilancio del Senato della Repubblica, sebbene riconosciamo che in passato è stato fatto molto per la musica, allo stato attuale non possiamo più sostenere la situazione in cui versano molti operatori del nostro settore. Degli stanziamenti erogati (esempio decreto 380/del 5-8-2020), ad oggi, nulla. Infatti, quasi tutte le domande di ristoro risultano attualmente sospese o rifiutate. Sono state addirittura richieste numerose integrazioni documentali e approfondimenti non previsti dal decreto stesso e perciò tantissimi produttori sono stati esclusi dal bando; inoltre anche coloro che hanno avuto modo di accedervi non stanno ottenendo l’erogazione dei contributi. Tutto difficile!” – continua Cerruti.

“Quando invece in una situazione di drammatica emergenza dovrebbero essere predisposti dei sistemi di richiesta online, perché il mondo è online e ricevere immediatamente i soldi sul conto corrente non è fantascienza. È ciò che avviene per esempio in Inghilterra per il settore spettacolo dove in 24 ore sono arrivati “realmente” i bonifici direttamente sul conto del richiedente”

“Per questo motivo, abbiamo ritenuto doveroso inviare nuovamente una lettera indirizzata al Ministro Franceschini, affinché vengano al più presto adottate misure di sostegno urgenti e dirette al comparto dell’industria musicale, discografica e fonografica basate non soltanto sui codici ATECO (altro problema pratico) ma su un parametro misto che tenga conto di altri criteri, quali il fatturato e il numero di dipendenti”.

“Inoltre, alla luce di queste ormai insopportabili difficoltà, riteniamo una ragionevole pretesa il coinvolgimento delle associazioni di categoria per meglio individuare tecnicamente i soggetti beneficiari decisi dal Ministero e non commettere due volte lo stesso sbaglio” – conclude Cerruti.

 

 

Redazione

 

 

Photo Credits: Shure

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