Lavoro

125 anni INPS, 42milioni di utenti per l’ente welfare più grande d’Europa

03
Marzo 2023
Di Alessandro Cozza

“L’evoluzione del welfare e del lavoro per innovare il Paese”, questo il titolo dell’evento – organizzato da INPS per celebrare i 125 anni di attività – tenutosi questa mattina presso la Sala Angiolillo di Palazzo Wedekind, a Roma. All’iniziativa hanno partecipato, alla presenza dei vertici dell’Istituto, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella insieme a Marina Elvira Calderone, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, e Silvana Sciarra, Presidente della Corte Costituzionale.

«L’Inps rappresenta un motore sempre acceso, l’ente di welfare più grande d’Europa», esordisce il Presidente dell’Inps, Pasquale Tridico. «Solo 20 anni fa, l’Istituto offriva prestazioni e servizi nell’ordine di qualche decina. Oggi ne gestisce oltre 400 erogando prestazioni in un contesto ordinario a circa 42 milioni di utenti», ha aggiunto il Presidente.

L’INPS, Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, è il principale ente previdenziale del sistema pensionistico pubblico italiano, presso cui debbono essere obbligatoriamente iscritti tutti i lavoratori dipendenti pubblici o privati e la maggior parte dei lavoratori autonomi, che non abbiano una propria cassa previdenziale autonoma. L’Istituto è sottoposto alla vigilanza del Ministero del lavoro. Era il 1919 quando, con il governo liberale di Vittorio Emanuele Orlando, il sistema – che dal 1985 era destinato ai soli impiegati del pubblico e ai militari – viene imposto a tutte le aziende come obbligatorio anche se divenne legge solo nel 1923.

«Oggi, secondo l’ultimo bilancio consolidato, l’Istituto gestisce 386 miliardi di euro di entrate, di cui 145 miliardi di trasferimenti pubblici, e 384 miliardi di euro di uscite, assicurando la sostenibilità del sistema e agendo come snodo per la coesione sociale», ha aggiunto Tridico che poi specifica, «siamo anche un ente attuatore del PNRR, nell’ambito del quale abbiamo 130 progetti e servizi in costruzione: un terzo di essi sono già finanziati e rilasciati, tra cui il nuovo portale Inps, un vero e proprio sportello elettronico, completamente rinnovato, che semplifica l’accesso alle prestazioni e personalizza l’esperienza dell’utente».

Sull’impegno del Governo relativamente alle politiche del lavoro è intervenuta la Ministra: «Stiamo lavorando per il potenziamento delle politiche attive. Consapevoli di un’economia in continua evoluzione, siamo a lavoro per disegnare percorsi previdenziali stabili che permettano a ciascuno di progettare il proprio futuro pensionistico”, ha spiegato Calderone aggiungendo che “il diritto dovere al lavoro che la Costituzione mette tra i principi fondamentali della Repubblica perché il lavoro è anche inclusione ed è la condizione necessaria per costruire una storia previdenziale solida».

In un Paese in cui a dicembre 2022 i dati annuali raccontavano che in Italia si contano almeno 5 anziani per ogni bambino, un pensiero ai giovani lo riserva la Presidente della Corte Costituzionale: «Sullo sfondo di una solidarietà ancora incompiuta si erge il tema controverso della solidarietà intergenerazionale. A questa solidarietà “titolata” – ha proseguito la presidente della corte Costituzionale Silvana Sciarra – si fanno risalire i doveri delle generazioni presenti – si potrebbe dire con terminologia non giuridica i sensi di colpa dei padri nei confronti dei figli – che si traducono in indeterminatezza dei diritti». Per dare un segnale concreto alle nuove generazioni «servirebbero, dunque, politiche di lungo periodo, che dovrebbero riguardare una accurata programmazione nell’andamento del mercato del lavoro, nazionale e transnazionale, per rendere concrete le scelte di crescita dell’occupazione», ha concluso Sciarra.

E proprio su come stia cambiando il mondo del lavoro il Presidente Tridico fa presente che «nei Paesi in cui la proposta di una settimana corta di quattro giorni è stata implementata, ci sono studi che dimostrano che la produttività non è diminuita, ma è aumentata perché il benessere dei lavoratori aumenta e si liberano spazi per maggiore efficienza», ricordando anche che «l’orario di lavoro di otto ore è stato fissato con regio decreto nel 1923, dopodiché abbiamo avuto tanto progresso, tanta innovazione ma nessuna riduzione dei tempi di lavoro. Penso che una riduzione dei tempi sia giusta».

Gli obiettivi su cui lavorare sono chiari ed evidenti a tutti. Riformare il mondo del lavoro con un occhio alle giovani generazioni e l’altro alla qualità della vita del lavoratore. Vediamo adesso se le istituzioni, tutte, riusciranno in questa mission impossibile.