Innovazione
The Exploration Company, la sfida europea che riaccende la corsa allo spazio. E punta a rendere l’Italia protagonista
Di Giampiero Cinelli
(Articolo pubblicato su L’Economista, inserto de Il Riformista)
Una capsula spaziale europea, riutilizzabile, in grado di attraccare alla Stazione Spaziale Internazionale. È il progetto ambizioso su cui lavora The Exploration Company (TEC), azienda nata nel 2021 con sedi in Francia, Germania, Italia, USA, MENA e oggi tra le realtà più osservate della new space economy europea.
La capsula si chiama Nyx. Nella sua versione finale potrà trasportare in orbita bassa fino a quattro tonnellate di carico utile e, in una fase successiva, anche astronauti. Il design ricorda quello della Dragon di SpaceX: forma conica, propulsione autonoma, capacità di rientrare e atterrare sulla Terra. Ma l’elemento distintivo non sta tanto nella tecnologia, quanto nel modello di business. The Exploration Company promette costi contenuti, un approccio modulare e open source e una logica di accesso “democratico” allo Spazio, anche per soggetti non governativi o privati con budget ridotti. Un’alternativa europea nel campo del trasporto orbitale, oggi dominato da attori statunitensi o asiatici.
“L’obiettivo è creare un’infrastruttura commerciale europea nello spazio – spiega Franco Fossati, Lead Italy and South Europe di The Exploration Company – e affiancare le agenzie nazionali, colmando un vuoto nel settore privato e renderlo più accessibile”.
Una sfida che parte da solide basi. The Exploration Company ha raccolto oltre 200 milioni di euro di investimenti in poco più di due anni, coinvolgendo fondi pubblici e privati da tutta Europa. E ha già firmato contratti con clienti istituzionali e commerciali per missioni dimostrative nei prossimi anni. Il primo volo suborbitale è previsto per il 2025, mentre il primo attracco alla ISS dovrebbe avvenire nel 2028.
Una parte significativa dello sviluppo di Nyx avviene in Italia, dove l’azienda ha investito oltre 15 milioni di euro. A Torino, Milano, Roma e Napoli si stanno sviluppando componenti chiave del veicolo: dallo scudo termico ai sistemi di guida e navigazione, dai serbatoi criogenici ai software di volo. “L’Italia ha un patrimonio di competenze riconosciuto a livello globale – sottolinea Fossati – È uno dei pochi Paesi in Europa con una filiera spaziale completa e competitiva. Investire qui non è solo una scelta politica, ma una decisione industriale strategica: chi vuole costruire davvero qualcosa nello spazio, deve passare dall’Italia”.
Nel posizionamento strategico di The Exploration Company c’è anche un altro elemento chiave: la volontà di agire come ponte tra Europa e Stati Uniti, incarnando un modello ibrido che unisce il meglio dei due mondi. “TEC rappresenta una sintesi virtuosa tra la cultura industriale americana, fondata su forte iniziativa privata, e quella europea, storicamente trainata dal settore pubblico – spiega Fossati – Abbiamo costruito una struttura che sa parlare entrambi i linguaggi, e questo ci consente di collaborare con attori istituzionali, ma anche con grandi investitori privati e aziende dinamiche, come avviene nel contesto statunitense”.
Per questo l’azienda è la prima realtà spaziale privata europea ad aver firmato lo Space Act Agreement con la NASA, una collaborazione che consente scambi su safety review e validazione progettuale, pur mantenendo l’indipendenza tecnologica. “Non siamo subordinati agli standard statunitensi – precisa Fossati – ma dialogare con chi ha un’esperienza consolidata è utile, sia per crescere più rapidamente sia per garantire affidabilità ai nostri futuri clienti”.
La visione di The Exploration Company si inserisce in una fase di cambiamento per l’industria spaziale europea. Dopo anni di centralità delle agenzie pubbliche, stanno emergendo nuovi attori privati che chiedono spazi di autonomia e flessibilità. La stessa ESA ha lanciato iniziative come “Commercial Cargo” e “Commercial Human Spaceflight” per stimolare l’ingresso di soggetti industriali nel trasporto spaziale. In questo scenario, The Exploration Company vuole essere la prima azienda europea a portare in orbita carichi con un veicolo progettato e gestito interamente da un soggetto privato.
Una sfida non da poco, in un contesto dominato da colossi come SpaceX, Blue Origin e la crescente industria cinese. Ma è proprio da qui che nasce l’urgenza, secondo Fossati: “Se l’Europa non costruisce soluzioni proprie, rischia di diventare irrilevante in un settore strategico. Noi proviamo a dare un contributo concreto, con uno spirito imprenditoriale e collaborativo. E l’Italia, con la sua eccellenza tecnica e industriale, può essere un pilastro fondamentale di questo percorso”.
