Innovazione

Social Media VS Wall Street: GameStop serious play

31
Gennaio 2021
Di Axel Donzelli

Avete presente le classiche scene da film anni 80/90, ambientate alla borsa di Wall Street, con broker intenti a sbracciarsi freneticamente davanti a dei monitor, con lembi di camicia fuori dai pantaloni e una cornetta incastrata tra l’orecchio e la spalla? Ai più sembrava quasi stessero giocando, ma in realtà erano la raffigurazione plastica di un capitalismo, a volte feroce, che muoveva tonnellate di dollari verso questa o quell’azienda (perdonerete la semplificazione!). Anche se queste immagini oggi non esistono più, esistono ancora quelle persone ma sono spesso nascoste dietro a delle app, che consentono – quasi fosse un gioco grazie a delle interfacce semplici, immediate… user-friendly, e per questo amate dai Millenials – di poter fare trading online, anche se non si è dei professionisti. Tra queste ricordiamo Robinhood, certamente la più famosa e con un nome che già la dice lunga. 

 

In questi giorni se n’è sentito tanto parlare, grazie al caso di GameStop (il più grande rivenditore al mondo di videogiochi da console targato Texas) le cui azioni sono state oggetto di una stratosferica speculazione concertata e condotta da parte di trader amatoriali, e un po' nerd. Infatti, con il supporto di queste piattaforme di brokeraggio, ma soprattutto grazie a un’azione coordinata attraverso l’uso di Reddit (qualcosa a metà tra un social e un forum, molto nota in USA) e ad alcuni gruppi su Facebook, hanno fatto oscillare il titolo su e giù, portandolo infine ad un aumento in pochi giorni di oltre il 300% (con picchi che hanno superato il 1000% in certe giornate). GameStop non stava vivendo un periodo florido, complice forse anche la pandemia, la digitalizzazione e il conseguente aumento di acquisto online dei video giochi, il che aveva condotto i fondi di investimento ad approfittarne e vendere allo scoperto (shortare in gergo) cioè puntare, scommettere sull’abbassamento del valore delle sue azioni per guadagnare sulla differenza (altra semplificazione, ma il concetto è quello!!).

 

I signori di Wall Street si sono trovati difronte a un esercito di nerd che dialogando su un gruppo Reddit, con oltre un milione di utenti, hanno deciso di acquistare le azioni dell’azienda in massa, facendo lievitare esponenzialmente i valori del titolo. La cosa si è poi sparsa a macchia d’olio raggiungendo anche gruppi specializzati su Facebook. In altre parole, qualche centinaio di migliaia di persone si sono lanciate nell’acquisto dei titoli in breve tempo. 

 

Insomma, i fondi di investimento si sono trovati davanti a un’emorragia dei loro capitali. 

 

Le motivazioni che hanno spinto a questa guerriglia da parte delle community online contro gli squali di Wall Street sembrerebbero diverse. C’è chi sostiene che sia stata una chiamata alle armi in soccorso a brand storici come GameStop (in realtà la cosa ha riguardato anche altri brand noti, come la catena di cinema AMC o il sempre-amato Nokia), altri verosimilmente che è stata semplicemente un’operazione finanziaria. Sta di fatto che Ryan Cohen fondatore ed ex CEO di Chewy, ha investito 76 milioni di dollari per acquistare oltre 9 milioni di azioni di GameStop, dichiarando che la sua intenzione era assistere alla ristrutturazione della società che in quel momento non se le stava passando bene. In poco più di due settimane ha guadagnato circa 3 MILIARDI di dollari. Non male direi! 

 

Come al solito, la verità sarà nel mezzo, chi per un motivo chi per l’altro. 

 

In tutto questo gli analisti finanziari sono andati in totale confusione, non riuscendo a spiegare come un gruppo, o meglio una community di utenti sui social media sia stato capace di capovolgere i mercati finanziari.

 

"Abbiamo visto come i social media possono essere manipolati per smascherare le falle nella nostra democrazia. Siamo sicuri che lo stesso non stia accadendo nei nostri mercati finanziari? È ora di scoprirlo” ​​ha dichiarato Arthur Levitt, Jr., l'ex presidente della Securities and Exchange Commission (la CONSOB italiana per intenderci), in un editoriale su Bloomberg.com

 

Resta il fatto che la cosa più affascinante, almeno dal mio punto di vista, è proprio questa. Ancora una volta i social, in senso ampio, si inseriscono in una feritoia, allargandola e stracciandola a proprio piacimento come se fosse carta velina. Anche i sistemi apparentemente più solidi, inattaccabili dal basso, la cui cloche di controllo si pensava fosse inarrivabile per il semplice cittadino – i mercati finanziari appunto – ci si rende conto che è manovrabile. 

 

Lo abbiamo visto accadere con la politica, in paesi cosiddetti democratici o meno, lo abbiamo visto accadere in sistemi complessi come la finanza, in effetti c’è da aspettarsi che la potenza dell’azione comune sui social possa dilagare ovunque. 

 

Senza scomodare troppo Hobbes, ma mi viene in mente (retaggio scolastico!) l’immagine di copertina del libro “Il Leviatano”, questo essere gigante con un corpo costituito da tanti piccoli uomini a rappresentazione dello Stato. Mi perdoneranno i filosofi, ma con un po' di fantasia e in chiave contemporanea quell’immagine io la assocerei ai social media nella loro complessità, e al potere che questi possono esercitare sulle istituzioni moderne. 

 

P.S. La parola chiave di tutta questa storia resta GIOCO. Una storia che ha inizio con un rivenditore di giochi, con persone che giocano in borsa, con app che sembrano essere dei giochi, divertente no?

 

 

Axel Donzelli

 

Photo Credits: edited from ABC News