Innovazione

Report Ambrosetti, Inwit: impatto di 1,3 miliardi sul Pil nel 2024

19
Maggio 2025
Di Giampiero Cinelli

Dalla sua nascita nel 2015 Inwit, azienda attiva nel settore della connettività, si è posta l’obiettivo di gestire le torri wi-fi e mettere in condivisione le infrastrutture a cui accedono le società. Oggi con il Pnrr le ambizioni sono ancora maggiori, l’obiettivo connettività del Paese sta proseguendo con l’idea di portare l’accesso alla rete anche nei borghi e zone d’Italia più svantaggiate. Il modello della gestione per conto terzi e della condivisione delle torri ha consentito di ridurre consumo di suolo e impatto ambientale anche relativo al consumo di energia ed emissioni. Ma questi risultati Inwit ha voluto dimostrarli attraverso lo studio commissionato a The European House Ambrosetti.

Secondo il report di Teha, presentato oggi a Roma nella sede dell’Associazione Civita, «Sono 15,8 miliardi di euro i costi evitati agli operatori di telecomunicazioni mobili in Italia, tra il 2015 e il 2024, grazie al modello di condivisione, a seguito della separazione tra infrastrutture e servizi: un approccio che consente di ottimizzare le risorse, ridurre la duplicazione degli asset, abilitare l’innovazione tecnologica e contribuire in modo concreto allo sviluppo sostenibile e competitivo del Paese». 

«Condividere infrastrutture consente di massimizzare l’utilizzo della capacità dell’infrastruttura esistente, evitandone la duplicazione, con importanti effetti economici, ma significa anche ridurre l’impatto ambientale e le esternalità negative, migliorando l’accessibilità e la capillarità dei servizi. Tra il 2015 e il 2024, la condivisione di torri di telecomunicazione mobili ha, infatti, consentito di risparmiare suolo e risorse materiali ed energetiche, limitando la costruzione di infrastrutture digitali aggiuntive e, con esse, di evitare l’emissione di oltre 2,5 milioni di tonnellate di CO₂, equivalenti a quelle di 1,7 milioni di voli intercontinentali Roma – New York», si legge nel report.

Riguardo ciò che accennavamo all’inizio, Ambrosetti ha rilevato che «In particolare, a seguito di un’analisi di benchmark che ha riguardato i settori telecomunicazioni, energetico e ferroviario in diversi Paesi, è emerso come nei cinque anni successivi alla separazione tra servizi e infrastrutture il PIL è cresciuto in media di 1,6 p.p. (punti percentuali) e la crescita dell’occupazione ha registrato un differenziale positivo di 1,4 p.p.».

Pensando all’impatto sul Pil proprio di Inwit, sia diretto che indiretto: «Tenendo conto dell’attivazione economica lungo l’intera filiera, l’azienda ha generato un impatto complessivo sul PIL italiano di circa 1,3 miliardi di euro nel solo 2024 ed un impatto cumulato nel periodo 2020-2024 pari a 5,3 miliardi di euro. Questo considerando che, nel 2024, Inwit ha generato un Valore Aggiunto diretto pari a 969,1 milioni di euro, con un tasso di crescita medio annuo dell’+11,7% nell’ultimo quinquennio. A questo contributo si aggiunge quello derivante dall’attivazione della filiera di fornitura e subfornitura nazionali (Valore aggiunto indiretto, per oltre 261 milioni) e dai consumi attivati per effetto delle retribuzioni pagate da INWIT e dai propri fornitori per la quota parte relativa agli acquisti di Inwit (Valore Aggiunto indotto, per oltre 40 milioni)».

Nel 2024 i benefici economici indiretti e indotti si estendono infatti a comparti strategici come la manifattura (58,3 milioni di euro), le telecomunicazioni (53,8 milioni di euro), le costruzioni (27,4 milioni di euro), le attività professionali e tecniche (24,8 milioni di euro) e il commercio (23,3 milioni di euro), per un totale di 302 milioni di euro.  

Questa ricaduta indiretta e indotta si riflette anche a livello geografico, con effetti significativi in Lombardia (84,9 milioni di euro), Lazio (47,9 milioni di euro) Veneto (44,1 milioni di euro), ma con una distribuzione che abbraccia l’intero territorio nazionale, a conferma del ruolo sistemico di INWIT nello sviluppo delle economie locali.

Importante anche l’effetto dell’impegno in zone economicamente depresse: «Con oltre 25mila torri, grazie a un modello infrastrutturale diffuso e collaborativo, Inwit attualmente ha almeno una torre nell’82% dei Comuni italiani, con una densità media di una torre ogni 3 km nelle aree rurali e ogni 500 metri nei centri urbani ad alta densità abitativa. Mediante il Piano Italia 5G del PNRR sta portando le proprie torri, equipaggiate con il 5G degli operatoriin 1.385 aree a fallimento di mercato, ovvero in digital divide, altrimenti non raggiungibili dalla connettività mobile». 

Inoltre, «Al 2024, Inwit è presente con almeno una propria torre in oltre il 70% dei comuni italiani classificati dall’Istat a elevata vulnerabilità sociale1 ed economica. Si tratta di 3.160 Comuni che ospitano circa 23,2 milioni di residenti, pari a oltre il 91% della popolazione che vive in aree svantaggiate. In tali territori, nel 2024, l’azienda ha attivato più di 1.800 nuove ospitalità, dimostrando un impegno concreto nel garantire accesso a servizi digitali essenziali anche nelle zone più fragili». 

«Questa capacità di presidio certifica il report Ambrosetti  si estende anche alle aree montanerurali e interne, dove Inwit raggiunge rispettivamente il 62,1%67,1% e 67,6% dei comuni. Grazie alla rete infrastrutturale, circa 7 milioni di residenti montani12,2 milioni di abitanti nelle aree rurali e 11,5 milioni nelle cosiddette aree interne possono oggi beneficiare di una connettività affidabile e performante. A rafforzare questo impegno, Inwit ha sottoscritto un protocollo con ANCI, Infratel e il Dipartimento per la Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e un altro protocollo con UNCEM per portare infrastrutture in 900 comunità montane e interne in digital divide, semplificando i processi autorizzativi e accelerando i tempi di realizzazione previsti dal Piano Italia 5G – Pnrr».