Innovazione

IPhone13, rivoluzione rimandata. Tanta qualità ma la sorpresa sarà nel 2022

16
Settembre 2021
Di Alessandro Caruso

Platform economy e automotive, le vere sfide di Apple. Intervista con Simone Cosimi

«Anche Steve Jobs avrebbe fatto fatica a riconoscere questa Apple, un briefing servirebbe anche a lui per capire la strada degli ultimi anni» dice Simone Cosimi, giornalista e saggista, occhio attento sul mondo hi-tech per molte autorevoli testate tra cui Wired, Repubblica e Vanity Fair. Il tema è il nuovo IPhone13, uscito due giorni fa, che ha fatto parlare, come di consueto, di sé per il tradizionale upgrade prestazionale offerto ai consumatori Apple oriented. Ma la rivoluzione che ci si aspettava non è rappresentata da questa uscita. Va rimandata, probabilmente, al 2022, anno dell’annuanciata uscita di scena di Tim Cook, l’erede di Steve Jobs alla guida del colosso di Cupertino.

Di cosa si tratterà?
«Nell’evento di presentazione dell’IPhone13 ha detto che si dimetterà da Ceo quando avrà lanciato una nuova categoria di prodotti. La nuova frontiera è l’automotive, quindi è plausibile aspettarsi una Apple car. Quello che è certo è che con il suo addìo si chiuderà una decade di successi».

Successi che passano anche da questo nuovo IPhone13.
«In realtà questo modello va visto come una generazione di passaggio per Apple, il vero restyling è stato fatto con IPhone12. E il motivo va ricercato in questioni di geopolitica industriale. Il contesto attuale è molto complicato perché l’approvvigionamento delle materie prime per i comparti della tecnologia di consumo è drammatico a causa delle conseguenze del Covid e della crisi post-Covid: ne ha risentito l’industria dei microchip e si registra un boom di domanda del silicio. Quindi non era certamente l’anno giusto per fare il salto, si sarebbero imbattutti in problemi per portare sul mercato grandi novità entro la stagione natalizia. Non è un caso che Apple Watch serie 7 arriverà ad autunno inoltrato, è un segnale che quel prodotto ha scelto di aspettare un mese in più, forse anche per attendere una ripresa degli approvvigionamenti».

Le novità tuttavia non mancano. Soprattutto nel comparto visivo. Il telefono diventa sempre più uno strumento di lavoro per i cineasti.
«Continua l’investimento fortissimo sui comparti fotografici. Se Xiaomi 11T Pro ha introdotto la modalità che introduce la modalità cinematografica, Apple ha fatto di più, dando la possibilità di gestire automaticamente le transizioni dell’immagine, oltre chiaramente a inserire la modalità Cinema. E in più ha riprogettato il comparto fotografico della coppia Pro e Pro Max».

Continua anche la diversificazione dei modelli. Una scelta di marketing che sta ripagando?
«Direi di sì. Apple da tempo ha sposato la “logica additiva”. Da quando hanno introdotto prima le versioni plus e poi le SE hanno iniziato a diversificare il portafoglio dei prodotti. Quello di Apple è sempre più ristretto come portafoglio, ma anche loro hanno adottato modelli più economici. Il risultato nel complesso è più che appagante, basti pensare che a giugno 2021 l’azienda ha annunciato un fatturato di 81,4 mld di dollari, con un incremento del 36% rispetto all’anno precedente, con un utile trimestrale per azione diluita di 1,30 dollari. Un record. E tutto questo a ridosso della crisi Covid. Segno che le scelte stanno ripagando. Una su tutte, quella di puntare sempre all’implementazione dei servizi, la grande intuizione di Apple».

Spiegaci meglio…
«Quello che fa la differenza dei prodotti Apple è l’ecosistema che creano attorno ai modelli. Mi riferisco alle app e alle varie funzionalità che interagiscono in modo sempre più organico con la nostra vita. A fine anno, ad esempio, arriverà Apple Fitness+, per allenarsi, progettata per l’Apple Watch. Negli anni sono diventati una media company a tutti gli effetti, intorno all’hardware hanno costruito e rafforzato un ecosistema che spazia nel mondo del cinema, del fashion, della musica e del fitness. L’azienda di Cupertino ha intrapreso una strada rivoluzionaria che li porterà a entrare anche in modo molto incisivo nel mondo dell’automobile. Anche Steve Jobs avrebbe fatto fatica a riconoscere questa Apple».

È l’automobile la grande novità attesa per l’anno prossimo?
«Tim Cook ha detto che il prossimo lascerà l’azienda lanciando una nuova categoria di prodotti. In molti pensano si tratti di un’automobile. Se non una macchina vera e propria, un sistema altamente tecnologico per le case automobilistiche, sempre più impegnate a farsi concorrenza sul fronte dell’innovazione».

È il principio della platform economy.
«Che in Apple hanno saputo gestire molto bene. Continuano a costruire attorno ai dispositivi esperienze che nessun altro è in grado di offrire. Con IPhone13 vanno a fare concorrenza a Netflix, a Spotify, alle aziende di videoeditori che producono software per montaggi, a mondi diversi. La platform economy è un modello di sviluppo che non ha limiti, sei tu che crei i bisogni degli utenti e con tutti i dati che hai e che analizzi con sistemi sofisticatissimi hai modo di capirne di nuovi. E ovviamente sai come fare per proporre soluzioni, a pagamento. Questa è la chiave del grande business di Apple».