Innovazione

Innovazione e PA, le idee di Colao e Brunetta per le riforme sfruttando il Pnrr

11
Marzo 2022
Di Flavia Iannilli

Gli scenari internazionali cambiano e, anche se i riflettori sono puntati sulla guerra in Ucraina, ogni paese deve provare a ripartire. L’Italia non è da meno ed il lavoro straordinario sul fronte del Pnrr ne è la riprova.

Ad oggi sia il Ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, che il Ministro per l’Innovazione, Vittorio Colao, si dicono soddisfatti della strada intrapresa.

I Ministri sono stati ascoltati entrambi ieri in due differenti audizioni, il primo presso le commissioni affari istituzionali e lavori pubblici alla Camera, il secondo di fronte alle commissioni Affari costituzionali, Bilancio, Lavori pubblici e Politiche Ue del Senato, in merito allo stato di attuazione del Pnrr.

Per quanto riguarda la pubblica amministrazione non si è optato per l’attuazione di una grande riforma, anche a causa dei tanti condizionamenti dell’Unione europea, bensì si è deciso di procedere per “strappi innovativi”, di modo che piccoli segmenti creino una riforma unica.

Per comprendere le tempistiche e i contenuti dei prossimi provvedimenti Colao e Brunetta si sono incontrati per poter mettere in campo azioni comuni. Per ora quanto emerso è che verranno realizzati sistemi digitalizzati di customer satisfaction entro il 2022 e si consentirà al cittadino, in qualità di cliente, di giudicare ogni transazione personale con la PA. Il lavoro in parallelo dei due ministeri ha permesso il passaggio dei concorsi pubblici nel formato digitale che ha consentito il reclutamento di 45mila persone, su 1,5mln di candidati, per rispondere alla carenza di personale che era alla base delle lamentele delle PA. Un traguardo completato in 100 giorni per ogni concorso che, stando alle parole di Brunetta «ha consentito un’innovazione straordinaria, mai vista nella storia della pubblica amministrazione».

Incoraggianti sono i dati che arrivano dalle vittorie sull’identità digitale. Colao ha parlato di un 43% della popolazione italiana che possiede un’identità digitale, percentuale che fa conquistare il podio all’Italia all’interno dell’Europa. Motivo per cui, a breve, si arriverà allo Spid per i minori, passo importante soprattutto per la digitalizzazione delle scuole. Ad oggi ci sono 29mln di Spid e 27mln di carte d’identità digitali, che sono rispettivamente quadruplicate e raddoppiate tra il 2020 e il 2021.

Ad aumentare sono anche gli utenti delle piattaforme digitali che erogano servizi pubblici: 6mln al mese di unique users sull’app IO, in PagoPA superano i 9mln al mese con transazioni che arrivano a più di 4mld al mese. Il Ministro Colao specifica che: «A rassicurare sono i 9,8mld già impegnati nei provvedimenti, si tratta quasi della metà dei complessivi 20mld affidati al ministero dell’innovazione».

Numeri che, non solo segnano il raggiungimento di risultati incoraggianti, ma curano lo scetticismo in merito alla capacità del paese di spendere i fondi a disposizione e sfatano il mito secondo il quale gli italiani non amino l’innovazione tecnologica.

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