Innovazione

Infrastrutture condivise, valore moltiplicato: il modello INWIT porta 5,3 miliardi al PIL

29
Maggio 2025
Di Giampiero Cinelli

(Articolo pubblicato su L’Economista, inserto de Il Riformista)

Un’Italia che va avanti è un’Italia più connessa. Il settore delle telecomunicazioni ha vissuto grandi trasformazioni negli ultimi anni e sta ancora cercando il modello competitivo più adatto. Un paradigma lo fornisce INWIT, nata nel 2015 per gestire le infrastrutture di rete, sulla scorta di un concetto allora innovativo: la separazione tra infrastrutture e servizi, con reti condivise tra più operatori.

Oggi INWIT ha un ruolo centrale nel mercato nazionale, come conferma uno studio realizzato da The European House-Ambrosetti. Cosa emerge? Nel 2024 l’attività di INWIT ha generato un impatto significativo sull’intero sistema Paese, contribuendo con 1,3 miliardi di euro al PIL e sostenendo circa 3.200 posti di lavoro. Il contributo economico complessivo tra il 2020 e il 2024 ha raggiunto i 5,3 miliardi di euro, grazie a un modello di infrastruttura condivisa che ha ottimizzato risorse, ridotto costi e favorito uno sviluppo più sostenibile.

Questo risultato è frutto di un processo strutturale partito anni fa, basato sulla separazione tra servizi e infrastrutture. Tale disaccoppiamento ha generato efficienze operative, maggiore focalizzazione strategica e uno sfruttamento più razionale degli asset, evitando duplicazioni. Tra il 2015 e il 2024, questo approccio ha permesso al comparto telco di evitare costi per 15,8 miliardi di euro e 2,5 milioni di tonnellate di emissioni di CO₂, pari a circa 1,7 milioni di voli intercontinentali.

Anche l’impatto territoriale è rilevante. Solo nel 2024, INWIT ha collaborato con oltre 550 fornitori italiani, attivando filiere locali in tutte le regioni per un valore complessivo di 272,1 milioni di euro. È oggi presente con almeno una torre nell’82% dei Comuni italiani, incluse le aree più remote. In particolare, opera nel 70% dei Comuni a elevata vulnerabilità sociale ed economica, raggiungendo 23,2 milioni di cittadini e coprendo il 62% dei Comuni montani, il 67% di quelli rurali e oltre il 67% delle aree interne.

Attraverso il Piano Italia 5G del PNRR, INWIT sta portando connettività mobile in 1.385 aree a fallimento di mercato, cioè zone che rischierebbero di restare escluse dal digitale. L’impatto si riflette anche sulla distribuzione geografica del valore: Lombardia (84,9 milioni), Lazio (47,9), Veneto (44,1), ma anche Piemonte, Abruzzo, Campania e Puglia.

Sul fronte occupazionale, l’effetto moltiplicatore è forte: per ogni dipendente diretto, INWIT attiva 8,7 posti di lavoro indiretti e indotti, con un totale di 3.200 occupati nel 2024, di cui il 40% donne, una quota superiore alla media del settore e a quella nazionale. Le ricadute toccano comparti chiave come manifattura, costruzioni, telecomunicazioni, servizi professionali e commercio.

I benefici ambientali sono altrettanto significativi. Tra il 2020 e il 2024, la società ha ottenuto un risparmio energetico equivalente al fabbisogno di oltre 11.000 famiglie. Le emissioni evitate superano 86.860 tonnellate di CO₂, equivalenti all’assorbimento annuo di 760.000 alberi. L’espansione del fotovoltaico ha contribuito alla produzione di quasi 3 milioni di kWh, avvicinando l’obiettivo di coprire oltre il 90% del fabbisogno energetico da fonti rinnovabili entro il 2030.

Dati solidi, che il Direttore Generale di INWIT Diego Galli, durante l’INWIT Sustainability Day 2025, ha definito “la conferma che le intuizioni iniziali erano corrette, e che bisogna continuare su questa strada all’insegna dell’inclusione, della razionalizzazione e dello sviluppo”.

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