Innovazione

IA, IoT e Blockchain, le direttrici dell’innovazione in Italia

04
Agosto 2022
Di Daniele Bernardi

Da quando il governo Conte II ha annunciato come intendeva spendere i fondi europei del Next Generation EU, all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono andate moltiplicandosi le iniziative volte ad implementare e potenziare il digitale nel nostro paese e colmare quel gap che ci differenzia dagli altri paesi europei, in cui da tempo ha preso il via la transizione digitale.

Ma non sempre è merito del PNRR, talvolta non ce ne siamo accorti, ma l’innovazione stava già muovendo i primi passi precedentemente allo scoppio della pandemia. Ne è un esempio il Fondo per lo sviluppo delle tecnologie e delle applicazioni di Intelligenza artificiale, blockchain e Internet of Things. Un nome che non lascia spazio all’immaginazione se non per chi ignora il significato di questi ultimi termini.

Le IA, o intelligenze artificiali, sono tutte quelle tecnologie che puntano ad emulare l’intelligenza umana, replicando i processi di ragionamento e, talvolta, di apprendimento basato sugli errori. La tecnologia Blockchain è invece quella impiegata nel mercato delle criptovalute, sostanzialmente una rete peer-to-peer che permette di distribuire informazioni su più nodi possibili, garantendo una maggiore sicurezza e anche democraticità. Da ultimo, per Internet of things (o IoT) si intende la comunicazione integrata tra macchine, o tra “cose” appunto, diversa dalla comunicazione uomo-macchina che avviene sottoforma di input (esempio: io che premo i tasti della mia tastiera per vedere comparire le parole sullo schermo).

Descritti i tre protagonisti, il Fondo istituito dal Ministero dello Sviluppo Economico mira a finanziare tutti i progetti elaborati in questi tre ambiti, con un tesoretto complessivo di 45 milioni di euro. I soldi verranno erogati sotto forma di agevolazioni economiche, successive alla realizzazione dei progetti, risarcendo gli sviluppatori dei costi (fino all’80%). Il tutto nasce dalla legge di bilancio del 2019, dunque ben prima che ci ritrovassimo a fare i conti con la tecnologia per sopravvivere ai duri mesi del lockdown.

L’investimento è rivolto a tutte le imprese e ai centri di ricerca, con un occhio di riguardo per le Piccole e Medie Imprese (PMI), con le quali le grandi aziende saranno costrette a collaborare, pena l’inammissibilità al bando.

I 45 milioni verranno suddivisi in tal modo: 25 dedicati ai progetti connessi all’Intelligenza artificiale, 10 a quelli inerenti alla tecnologia blockchain e 10 all’IoT. Complessivamente però, come si diceva, il 60% dell’investimento è riservato ai progetti sviluppati da PMI. Analogamente, per favorire il Mezzogiorno già piuttosto indietro nella transizione, il 34% dei 45 milioni sarà destinato alle regioni del Sud.

Al netto di ciò, bisognerà dunque precisare al momento della domanda su quale delle tre tecnologie verterà il progetto, nonché la tipologia di progetto e il tipo di soggetto proponente.

Verranno premiate quelle proposte che prevedono la realizzazione di attività di ricerca, sviluppo e innovazione, concernente le tre di cui sopra (IA, blockchain e IoT), nei seguenti settori: industria, istruzione, agroalimentare, salute, ambiente, cultura e turismo, mobilità, sicurezza, informazione e aerospazio. I progetti dovranno prevedere costi compresi tra i 500 mila e i 2 milioni di euro per essere ammessi.

La domanda va presentata sul sito di Infratel Italia, mediante la piattaforma dedicata, a partire dal 21 settembre, dalle ore 10 alle 18 di tutti i giorni lavorativi. Viene fornita poi la possibilità di anticipare la pubblicazione dei documenti a partire dal 14 settembre, al fine di evitare un sovraccarico della piattaforma. Per essere rimborsati, inoltre, i progetti dovranno iniziare entro un mese dalla pubblicazione della domanda e durare non meno di 24 mesi e non più di 30.

Infratel valuterà i progetti sulla base dei seguenti elementi: le caratteristiche del proponente, le capacità tecnico-organizzative, la qualità delle collaborazioni, la solidità economico-finanziaria del progetto, la qualità della proposta (ovvero fattibilità, rilevanza e grado di innovazione) e l’impatto del progetto (l’interesse industriale e la potenzialità di sviluppo). L’azienda inoltre, nel corso della realizzazione, monitorerà i lavori, verificando di volta in volta che vengano rispettati tutti i requisiti.

Rientrano tra i costi rimborsabili le spese del personale (ricercatori, tecnici, ecc.), strumentazione e attrezzature, le spese generali, i costi per la ricerca contrattuale, per i brevetti e per i servizi di consulenza relativi al progetto.