Innovazione

Cultura del software: il caso italiano tra ritardo tecnologico e obiettivi di sviluppo

11
Ottobre 2023
Di Francesco Tedeschi

Le PMI italiane scontano rispetto al panorama europeo un ritardo tecnologico, in particolare per quanto riguarda l’adozione dei software gestionali. Infatti, nonostante sia stato dimostrato come l’adozione di questo tipo di tecnologie aumenti la produttività, le nostre PMI scontano ancora un gap piuttosto ampio rispetto ai principali partner europei. Basti pensare che solo il 30 per cento delle piccole e medie imprese adottano software gestionali.

Questi alcuni dei risultati emersi dallo studio “Cultura del Software, Sviluppo italiano”, promosso da AssoSoftware in collaborazione con il DataLab Luiss e il Centro Studi Confindustria, presentato nella giornata di oggi nella splendida cornice della Sala delle Colonne all’Università Luiss. L’obiettivo: capire il peso e la centralità del software in Italia.

Secondo la foto scattata dall’indagine al comparto, il settore del Software è in costante crescita, anche se risulta ancora sottodimensionato. E nonostante in Italia il settore conti poco meno di 100 mila imprese, ha registrato una produttività del lavoro del 17% superiore rispetto alla media dell’economia. In sostanza si tratta di un settore d’eccellenza, che – come hanno calcolato gli economisti impegnati nello studio – a fronte di un ipotetico aumento del 20% di investimenti del settore, pari a 6 miliardi di euro, genererebbe per il sistema paese 10 miliardi di euro di maggiore produzione, 5 miliardi di valore aggiunto e 67 mila occupati in più.

Non solo produttività quindi ma occupazione stabile e di qualità: dal 2000 a oggi il numero degli occupati è cresciuto infatti del 60% (contro un 10% dell’intera economia), la maggioranza con contratti dipendenti che sono raddoppiati nell’arco di un ventennio.  Occupazione che riguarda in particolare i laureati STEM, con una domanda da parte delle imprese superiore all’offerta di neo laureati.

“Lo studio parla chiaro” ricorda il Presidente di AssoSoftware, Pierfrancesco Angeleri “è fondamentale che il governo sostenga concretamente la diffusione del software tra le aziende italiane: come dimostra la ricerca, infatti, investire in questo comparto vuol dire anche riuscire a imprimere all’intero sistema-paese uno shock positivo di competitività, determinato dall’aumento di efficienza di tutte le imprese che adottano tecnologie digitali. Per questi motivi, auspichiamo che il Governo preveda, già a partire dalla prossima Legge di Bilancio, un sostegno concreto all’acquisto di software da parte delle PMI, includendo queste soluzioni tra i beni immateriali incentivati dal Piano “Transizione 4.0”.

Il presidente di Assosoftware Pierfrancesco Angeleri a A View from Italy, talk di The Watcher Post condotto da Daniele Capezzone

Presente all’evento anche Alessandro Musumeci, Capo Segreteria tecnica del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con Delega all’Innovazione tecnologica e alla transizione digitale Alessio Butti, che ha sottolineato come “sia necessario investire maggiormente per diffondere la cultura digitale, per rafforzare questo patrimonio di competenze tecnologiche che gravitano intorno al software. Per questo motivo sono necessarie misure a sostegno della formazione, al fine di rafforzare quegli investimenti che valorizzano l’immateriale e stimolare la crescita del nostro paese, che dal punto di vista tecnologico e in particolare informatico sconta ancora un gap con i partner europei”.