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Femminicidio, via libera in Senato alla commissione d’inchiesta

01
Febbraio 2023
Di Giampiero Cinelli

Il Senato ha approvato oggi definitivamente il disegno di legge per l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio e la violenza sulle donne. I voti a favore sono stati 143, uno solo contrario. L’aula di palazzo Madama ha dato anche il via libera agli articoli che sono stati modificati dalla Camera, precisamente gli articoli 4, 6 e 7. Il ddl è dunque diventato legge. 

Grande la soddisfazione da parte dei relatori del testo Valeria Valente (Pd) e Alberto Balboni (FdI), i quali hanno condiviso gli intenti e accolto assieme il lavoro fatto da entrambe le aule, fino all’approvazione quasi all’unanimità. La legge serviva a rinnovare la commissione d’inchiesta sul femminicidio dopo la fine dell’ultima legislatura, mette in dote 100mila euro per ogni anno di lavoro e allarga a 36 i componenti. Da ora l’organo sarà bicamerale. Con attenzione a una rappresentanza omogenea di tutti i partiti.

A palazzo Madama è intervenuto anche il ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Maria Roccella, sottolineando come questo sia un passo importante che non ammette divisioni. «Pene aspre sono fondamentali, ma si deve lavorare meglio sulle leggi e sul riconoscimento dei comportamenti rischiosi», ha detto Roccella. Il 23 febbraio ci sarà un tavolo in cui verranno affrontati i nodi della legislazione, per far sì che la prevenzione di questi crimini sia più efficace. Il ministro ha spiegato che si studieranno forme di mediazione tra vittima e violento, verranno definiti con maggiore precisione gli indicatori rischio e si adotteranno follow up con la valutazione del pericolo recidive. Resta anche «indispensabile riconoscere la natura sistemica del femminicidio», che va affrontato in primis come problema culturale e di educazione.

Durante la discussione è emerso il tema della necessità che l’UE ratifichi la Convenzione di Istanbul, un documento che mira a rafforzare l’azione globale e a creare un contesto normativo uniforme, stilato dal Consiglio d’Europa, organo formato da 46 Stati membri (da non confondere con il Consiglio europeo) e che il Consiglio europeo ha firmato. Tuttavia, non si può dire che l’Unione europea abbia ratificato la Convenzione, dato che non è ancora stata approvata da tutti i parlamenti. L’Ue ha detto comunque di voler cooperare con il Consiglio d’Europa su questi temi e, per sopperire all’impasse, sta discutendo una sua direttiva relativa alla violenza di genere.

I dati in Italia

Nel nostro paese si sono fatti indubbiamente molti progressi in ambito di contrasto al femminicidio, però le statistiche sono ancora allarmanti. Nel 2022 si registra l’uccisione di 120 le donne, di cui l’ultima in ordine temporale il 24 dicembre.

l dati diffusi dal Viminale, raccolti dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale della Polizia criminale, tra il 1° gennaio e il 18 dicembre in Italia contano 300 omicidi, con 119 vittime donne (120 se si conta Maria Amatuzzo, uccisa il 24 dicembre dal marito). 97 di loro sono state uccise in ambito familiare o affettivo. Di queste, 57 sono restate vittime del partner o ex partner. A ciò si aggiunge non solo l’aumento generale degli omicidi rispetto allo scorso anno, che da 287 passano a 300 (+5%), ma anche quello delle vittime di genere femminile, che da 114 diventano 119 (+4%). Numeri alti ma in riduzione rispetto al 2021. Infatti, i delitti commessi in ambito familiare o affettivo, da 141 scendono a 133 (-6%). Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, il numero di vittime donne uccise da compagni o ex compagni passa da 65 a 57 (-12%). Il Senato ha ribadito che la lieve discesa non possa soddisfare, e che sia inaccettabile che più della metà dei femminicidi avvenga in contesti familiari o sentimentali, quasi sempre per mano di un uomo, che come si evince non concepisce l’autodeterminazione, nella cultura e nei comportamenti, della donna. 

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