In Parlamento

Dl siccità, ok alla Camera che si confronta su clima e idrogeologico

09
Giugno 2023
Di Giuliana Mastri

Ieri dall’aula della Camera il via libera con 195 sì, 119 no e 3 astenuti alla fiducia al Dl Siccità, recante disposizioni urgenti per il contrasto della scarsità idrica e per il potenziamento e l’adeguamento delle infrastrutture idriche, già approvato dal Senato.

Oggi, dunque, con la seduta che prevede il voto finale sugli ordini del giorno, viene convertito in legge il Decreto n. 39 2023. Il testo prevede l’istituzione di una Cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio Ministri, che potrà operare il monitoraggio e la ricognizione delle opere con l’attività di un commissario da nominare, velocizzando la spesa. Il Decreto si propone inoltre l’utilizzo efficiente degli invasi esistenti e l’obiettivo di dare corpo al Piano Nazionale Invasi ancora al palo. Con questo testo sarà possibile stabilire un limite di tempo ai concessionari di lavori per compiere gli interventi sulla dispersione idrica e revocare l’appalto per eventuale inadempienza. Sempre nel testo, gli impianti di desalinizzazione vengono installati senza la valutazione di impatto ambientale, necessitando solo della verifica di assoggettabilità. Nascerà poi un Osservatorio sugli utilizzi idrici.

Ha protestato il Pd, che ha votato contro. Il deputato Dem Marco Simiani ha ricordato che il Pnrr prevede 4 miliardi per il miglioramento del servizio idrico, ma senza la vigilanza da parte della Corte dei Conti sarà il governo a dover mettere al corrente. Simiani ha esortato a fare di più sulla dispersione idrica e agire sulla questione delle acque reflue. Il centrosinistra ha anche proposto un fondo straordinario per gli interventi urgenti di natura idrogeologica. Secondo il parlamentare Il decreto «è tardivo poiché i dati sulla siccità erano evidenti, mentre il provvedimento è stato bloccato per mesi dalle polemiche, tutte interne alla destra, sulla nomina del Commissario. Il decreto, infine, mortifica il Parlamento. Al Senato la maggioranza ha ritirato molti emendamenti pur di non far votare gli identici presentati dalle opposizioni. Alla Camera – ha concluso – l’atteggiamento è stato addirittura peggiore: la votazione di quasi 160 proposte emendative è infatti stata immediata, rapidissima e confusa».

Duro anche il leader dei Verdi Angelo Bonelli: «Il Decreto Siccità su cui oggi non daremo la fiducia al governo impone comunque una riflessione al Parlamento e a tutto il Paese di ciò che sta accadendo in Italia. Alcune settimane fa parlavamo di una drammatica siccità, oggi stiamo affrontando invece una drammatica alluvione. È il segno che il clima è cambiato. Se ne sono accorti tutti i cittadini, tranne chi oggi continua a negare gli effetti del cambiamento climatico, a ridurlo, a minimizzarlo, con un combinato disposto di un’assenza di cura del territorio con eventi meteorologici estremi, che aumentano sempre di più e che fanno pagare un prezzo elevato alle popolazioni».

Gli ha risposto Marco Cerreto di Fratelli d’Italia: «Nei primi quattro mesi del 2023 la siccità è stata impressionante in laghi e fiumi. Come Paese difettiamo pure molto nel trattenere l’acqua piovana. Ma dobbiamo rafforzare le sanzioni per gli utilizzi illeciti della risorsa idrica e sappiamo bene che la siccità non è episodica, al contrario la temperatura del pianeta aumenterà. l’Irrigazione sarà difficile per gli agricoltori ma penseremo a come assistere l’evoluzione dell’agricoltura, non restando chiusi davanti alla sperimentazione in campo della mutazione genetica dei prodotti, per creare varietà resistenti agli stress ambientali, senza però incrociare geni appartenenti a specie diverse, come invece accade per quegli Ogm vietati in Europa».