Food

Contro lo spreco alimentare, guardando al 2030

19
Gennaio 2023
Di Giampiero Cinelli

Non abbassare la guardia contro lo spreco alimentare. Un imperativo che progressivamente si è radicato nell’animo di molte istituzioni, incluse quelle cardine, e che ogni giorno ispira associazioni e cittadini. Anche in Italia ovviamente, dove il 2 febbraio si celebrerà la Giornata Nazionale contro lo Spreco Alimentare, giunta alla 10° edizione, con la presentazione del rapporto dell’Osservatorio Waste Watcher, utile a fornire nuovi dati sullo spreco e su come lo si sta affrontando, facendo particolare riferimento al “Caso Italia 2023”. Il panel di confronto, intitolato “One Health, One Earth”, avrà luogo a Roma in Spazio Europa, la sede di rappresentanza permanente della Commissione Europea, inizio alle 11.30. Sarà possibile seguirlo in streaming su Youtube sul canale di Spreco Zero, il Movimento di sensibilizzazione che ha portato all’istituzione della giornata nazionale.

“Moving on 2030” sarà la mission da trasmettere. Cercare insomma di tagliare i traguardi dell’Agenda europea 2030, tutti obiettivi di sviluppo sostenibile tra i quali rientra anche la lotta allo spreco alimentare. La direzione scientifica della campagna è sempre dell’agroeconomista Andrea Segrè, fondatore di SprecoZero e direttore dell’Osservatorio. La questione dello spreco alimentare vale miliardi di euro e per il 50% è domestico, sia in Italia che all’estero. Ci si concentrerà quindi sullo spreco a vari livelli, su come inserire al meglio il suo contrasto nell’Agenda 2030, sulla filiera del waste a partire dall’acquisto. Dunque anche l’educazione necessaria del consumatore a cui va dato un orientamento nel suo quotidiano. E ciò Spreco Zero si propone di farlo anche con i piccoli. Infatti anche nelle mense scolastiche il cibo gettato è stimato in 120 grammi al giorno per ciascun bambino, corrispondente a circa il 22% della quantità preparata.

Gli ultimi dati italiani

Nella scorsa iniziativa del 5 febbraio 2022, Last Minute Market e Università di Bologna, su monitoraggio Ipsos, e attraverso il lavoro di Waste Watcher, evidenziavano che l’Italia contava 7 miliardi di euro buttati nei rifiuti, ovvero uno sperpero annuo di 1.866.000 tonnellate di cibo. In media, a settimana, gli italiani gettano nella spazzatura circa 595,3 grammi di cibo, ovvero 30,956 kg annui (circa il 15% in più dell’anno precedente, in cui si sono gettati via 529,3 grammi di cibo. Ma bisogna considerare che c’erano le restrizioni dovute alla pandemia e le persone sono state di più a casa, mangiando spesso).

La top 5 degli alimenti più sprecati è rimasta pressoché invariata rispetto all’anno precedente. In prima posizione troviamo la frutta fresca (25,5 grammi), seguita da insalate (21,4 grammi), pane fresco (20,0 grammi), verdure (19,5 grammi) e cipolle, aglio, tuberi (18,7 grammi).

A sprecare maggiormente sono i ceti medio bassi, composti da nuclei senza figli. Tra le motivazioni prevalenti, gli intervistati indicano la dimenticanza del cibo acquistato e un eccessivo approvvigionamento. Come spiega Spreco Zero, «in generale, meno della metà degli italiani attua una strategia anti-spreco durante la fase di acquisto del cibo. Ill 41% dichiara di acquistare periodicamente prodotti a lunga scadenza e frequentemente prodotti freschi. A seguire, il 36% fa maggiore affidamento al frigorifero/dispesa per tenere sotto controllo la scadenza dei prodotti oppure acquista confezioni di cibo in piccoli formati».

Ma il trend è positivo

Spreco Zero scrive che «se nel 2014 un italiano su 2 dichiarava di gettare cibo quasi ogni giorno, nel 2019 solo l’1% degli intervistati ha dichiarato di cestinare il cibo quotidianamente e nel 2021 gli italiani si sono dimostrati il popolo più virtuoso del primo Cross Country Report monitorato su 8 Paesi del mondo (Stati Uniti, Cina, Regno Unito, Canada, Russia, Germania, Spagna e Italia) con uno spreco settimanale medio di 529 grammi di cibo pro capite. Molto resta da fare: gli alimenti restano in testa alla nefasta ‘hit’ degli sprechi per il 74% degli italiani. Seguono lo spreco idrico (52%), gli sprechi nella mobilità (25%), di energia elettrica (24%) e in generale legati ai propri soldi (16%)».

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