Food / Walking in the Bubble

Sostenibilità per Ruffino, Usa attratti dai vini Doc Sicilia, comincia MasterChef

28
Dicembre 2022
Di Gianfranco Ferroni

A Roma una storica verticale di Riserva Ducale Oro ha celebrato il nuovo corso di Ruffino, l’azienda nata nel 1877 a Pontassieve. Qualità, restyling della marca e delle etichette, focus sui temi della sostenibilità: questi i punti chiave emersi nel corso di un evento esclusivo al Leon’s Place Hotel. “Il futuro è di chi lo ha cominciato. Il futuro inizia oggi”: con queste parole Sandro Sartor, presidente e amministratore delegato di Ruffino, ha dato il via al nuovo corso che ha intrapreso la storica realtà toscana fondata nel 1877 a Pontassieve, durante la serata dedicata al debutto ufficiale della nuova etichetta di uno dei vini icona dell’azienda, il Chianti Classico Riserva Ducale Oro Gran Selezione. Una storica verticale di Riserva Ducale Oro, attraverso 5 decadi, quella proposta a Roma. Un’etichetta che, nel corso degli anni, è diventata uno dei simboli di Ruffino. Se la creazione del Chianti Stravecchio, all’inizio dello scorso secolo, consentì all’azienda fondata dai cugini Ilario e Leopoldo Ruffino di diventare fornitore ufficiale della Casa Reale Savoia, la nascita della Riserva Ducale nel 1927, e successivamente quella della sua evoluzione “Oro” nel 1947, hanno consentito all’azienda di Pontassieve di poter custodire e tramandare sino ad oggi un pezzo importante della storia della viticoltura e dell’enologia toscana e italiana. Sono tutti vini “realizzati dal lavoro di persone che erano in azienda prima di noi. Mi piace pensare che a distanza di 30 anni si possa ancora parlare di questi vini perché qualcuno è stato in grado di custodire i terreni e l’ambiente nei quali vengono prodotti” ha commentato Sartor. La degustazione, che ha visto protagoniste sette annate di Chianti Classico Riserva Ducale Oro – 1977, 1982, 1988, 1996, 2005, 2015 e 2018 – è stata condotta da un conoscitore quale Daniele Cernilli, affiancato da Gabriele Tacconi, enologo di Ruffino. Un viaggio di grande fascino, che ha consentito a giornalisti e operatori del settore non solo di testare la grande energia e integrità di vini in grado di sfidare il tempo, ma anche di immergersi nella storia di un’azienda che ha sempre portato avanti il desiderio di voler innovare stile e contenuti, partendo da solide radici e da un’eredità più che centenaria. Sono proprio queste le basi dalle quali è iniziato anche il recente progetto di rinnovamento delle etichette di Ruffino che si inserisce all’interno di un percorso di restyling complessivo di tutti i vini dell’azienda, a cominciare dai suoi fine wines che l’hanno resa celebre in tutto il mondo. “Per noi il concetto di sostenibilità significa molte cose” ha commentato ancora Sartor illustrando alcuni dei punti salienti che Ruffino affronta all’interno di un ampio progetto di responsabilità sociale nato nel 2018 con il nome di Ruffino Cares. “Essendo agricoltori il fattore ambientale è naturalmente molto importante e su questo ci sentiamo custodi del territorio che abbiamo a disposizione. Oggi, il 51% dei vigneti di Ruffino ha completato il percorso di conversione al biologico ed entro due anni si completerà definitivamente coprendo il 100% della superficie vitata. “Ma non solo, Ruffino abbraccia tutti gli aspetti della sostenibilità, oltre a quello ambientale anche quello sociale ed etico che sono fondamentali per mettere in pratica una cultura aziendale realmente responsabile”.

Bilancio di fine anno per il vino Doc Sicilia che attraversando i continenti con press tour, campagne pubblicitarie, seminari e masterclass. Il 2022 ha rappresentato il ritorno alla vita dopo la crisi pandemica, sviluppando un rinnovato rapporto con appassionati, consumatori e professionisti del settore vinicolo di tutto il mondo, tra Europa, Canada, Usa, Cina e Uk. “Uno dei nostri obiettivi del 2022 è stato quello di rincontrare appassionati, consumatori e professionisti davanti a un calice di vino Doc Sicilia”, sottolinea Antonio Rallo, presidente del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia, “a Milano così come a Pechino o New York. Siamo fieri di come la denominazione ‘Sicilia’ sia sempre più rappresentativa di un territorio che, con tutte le sue particolarità, restituisce l’idea di un continente vitivinicolo. Nel 2023 saranno ancor più potenziate le attività di marketing e promozione dei vini siciliani nati sotto l’insegna della Denominazione di Origine Controllata e rappresentati dai primi ambasciatori della Doc Sicilia nel mondo, il Grillo e il Nero d’Avola”. Moltissime le attività extra Ue, dedicate a media, importatori, sommelier, ristoratori, buyers e retailers, organizzate nel corso dell’anno, tra cui masterclass in Cina e walk around tasting in Uk, cene educational e wine tasting in Canada. Negli Stati Uniti, sono stati organizzati press lunch, incontri e seminari, sia in presenza che on line, con il coinvolgimento di circa 300 persone tra giornalisti, esperti e professionisti del settore vinicolo. Sono stati poi organizzati tre press tour con la stampa estera, per un totale di 17 giornalisti americani, a fine giugno in Sicilia Occidentale e tra Palermo e Catania a ottobre; e con 15 giornalisti e influncer inglesi, dal 24 al 28 novembre a Palermo. Il consorzio prende vita nel 2012, con l’obiettivo di rappresentare il vino del territorio siciliano e promuovere la denominazione Doc Sicilia, con azioni mirate alla crescita della visibilità di un marchio simbolo del Made in Italy e alla tutela e vigilanza a difesa del consumatore e dei produttori. Quasi 8mila viticoltori e circa 500 imbottigliatori sono promotori della denominazione di origine controllata, un riconoscimento utile a rappresentarli ma anche a valorizzare e salvaguardare la produzione vinicola dell’isola.

Vito Intini guiderà l’Onav, l’Organizzazione nazionale assaggiatori di vino, fino al 2026. Obiettivo del nuovo triennio sarà di distinguere sempre più l’assaggiatore rispetto alle altre figure che si occupano di diffondere la cultura del vino, rafforzare la relazione con il settore produttivo e comunicare con tutti gli strumenti disponibili, compreso il podcast. L’anno 2023 sarà anche l’occasione per comunicare l’anniversario numero 71 della fondazione. Onav, infatti, fu la prima associazione italiana di promozione del vino a essere riconosciuta legalmente, nel 1951. “Ho la grande responsabilità di condurre per i prossimi anni questa associazione, seguendo i buoni auspici delle annate precedenti”, afferma Intini, “auguro a tutta la nostra associazione, a tutti i nostri associati e al nostro consiglio nazionale di poter contribuire a rendere Onav ancora più importante, ancora più significativamente vicina al mondo del vino, come abbiamo sempre auspicato”. Compito fondamentale del consiglio nazionale 2022- 2026 sarà quello di promuovere l’immagine dell’assaggiatore attraverso programmi di comunicazione, corsi di formazione, serate didattiche di aggiornamento, approfondimento ed esercitazione. La figura dell’assaggiatore è unica nel proprio genere: il suo compito è analizzare ogni parametro del vino per capirne l’identità. La sua missione è prestare questa opera senza scopo di lucro, per mantenersi imparziale. Per questo motivo Onav ha fortemente voluto il riconoscimento dell’associazione nel Terzo Settore, che molto strettamente è legato al sociale. Sviluppare la crescita personale dei soci e la loro cultura e formazione è infatti la prima missione associativa, accanto a quella di fare conoscere in modo sempre più ampio i prodotti italiani.

Comincia il lungo viaggio di MasterChef Italia: giovedì 29 dicembre su Sky e in streaming su Now, i 20 aspiranti chef che compongono la Masterclass affrontano le prime prove di questa stagione, col sogno di diventare il dodicesimo MasterChef italiano. A giudicarli, il trio formato da Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli che sin dai primi istanti mostreranno ai concorrenti di quest’anno, nel cooking show Sky Original prodotto da Endemol Shine Italy. All’ingresso in cucina troveranno una Golden Mystery Box, in base alla quale potranno preparare un piatto dolce oppure salato, che darà la possibilità ai migliori della prova di salire direttamente in balconata evitando così lo step successivo. Chi non avrà soddisfatto appieno i giudici, si rimetterà invece all’opera per l’Invention Test, per una prova di creatività che necessita di fantasia e ingegno, essendo basata su due prodotti tipici e basilari della tradizione culinaria italiana: gli aspiranti chef dovranno rispettarli, elevarli e renderli assoluti protagonisti. La rotta dei cuochi amatoriali proseguirà con la prima prova in esterna di stagione: a far da sfondo alla sfida tra le brigate sarà lo storico e affascinante Ponte Vecchio di Bassano del Grappa, che accoglierà i cuochi impegnati a ideare e preparare un menù per 35 produttori dell’Asparago bianco Dop. Ospite di questa sfida in terra veneta Antonio Lorenzon, “padrone di casa” bassanese e nono vincitore di MasterChef Italia. Al rientro in Masterclass, la brigata sconfitta sarà impegnata nel Pressure Test in cui i concorrenti verranno testati sulle loro basi tecniche. Chi dovrà sfilare il grembiule, lasciando la cucina di MasterChef Italia già dopo il primo round?