Food
Macfrut, Lollobrigida: avanti su colture resistenti, no alle etichette sul vino
Di Giampiero Cinelli
La kermesse internazionale dedicata all’ortofrutta, Macfrut 2025, si apre oggi a Rimini per la 42sima edizione. Stamane a inaugurarla il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che ha parlato pubblicamente. Presenti a Macfrut 1.400 espositori (oltre il 40% esteri), 1.500 top buyer connessi a una piattaforma di networking, con un programma ricco di saloni tematici, un centinaio di eventi su trend e tendenze del settore. Tra le novità la grande arena del cibo sano, The Healthy Food Show, con 11 testimonial di fama nazionale.
Lollobrigida ha posto l’accento sugli agrofarmaci, definendoli «medicine prodotte semplicemente per contrastare le fitopatie, contrastare le criticità derivanti spesso dal cambio climatico: servono a questo. Ovviamente hanno anche degli effetti collaterali, è innegabile, ma questi effetti collaterali se vengono messi in una dimensione mondiale, sono sostenibili». Il ministro poi ha osservato: «i nostri agricoltori fanno un uso molto attento, oltretutto perché gli agrofarmaci sono molto costosi. Diminuire la produzione, cioè non utilizzarli in maniera radicale, come per altro in Europa è avvenuto in questi ultimi anni, fa diminuire la produzione, ma non il consumo. Il che significa che compriamo da Paesi terzi che ne usano 10-15-20 volte di più. Allora – ha aggiunto – non ha logica, è un suicidio produttivo, non è un ragionamento che tende a valorizzare un modello virtuoso di agricoltura». Per questo, ha sottolineato ancora Lollobrigida, «come governo abbiamo sposato fin dall’inizio quelle che sono delle soluzioni vere all’utilizzo degli agrofarmaci, che è investire su colture resistenti alle fitopatie, meno idroesigenti, capaci di sviluppare una produzione maggiore con un minor costo ambientale. Le tecnologie evolutive assistite, per esempio, e siamo stati i primi in Europa a iniziare le sperimentazioni».
Lollobrigida ha inoltre detto: «Abbiamo convinto l’Europa a rinunciare alle follie ideologiche dell’agricoltore nemico dell’ambiente, stiamo aprendo una riflessione virtuosa con i commissari europei che hanno cambiato totalmente le strategie e gli approcci delle logiche Timmermans della passata Commissione. L’Italia – ha osservato – in 30 mesi ha cambiato totalmente l’approccio al sistema agricolo della produzione e della trasformazione, avendone anche un beneficio perché la crescita del nostro export è significativa, importante ed impattante in termini di creazione di ricchezza interna e quindi anche di lavoro».
E sulle etichette sul vino, a margine dell’evento il ministro, rispondendo al Sole24Ore, ha commentato: «Le notizie che arrivano dall’Irlanda fanno ben sperare. La decisione di riconsiderare i tempi per l’applicazione delle nuove etichette sui prodotti alcolici è la dimostrazione del nuovo corso dell’Europa e della capacità dell’Italia di interloquire con i Paesi membri. Il lavoro paga. Lo abbiamo dimostrato con i fatti anche al Vinitaly, dove sono intervenuti i commissari europei Hansen e Vàrhelyi. È stata un’occasione fondamentale per ribadire insieme a loro una verità che difendiamo da tempo. Del vino non bisogna abusare ma non va criminalizzato. Le etichette allarmistiche e gli approcci ideologici rischiano di essere tanto dannose quanto imporre dazi o barriere commerciali. Significa colpire al cuore un settore che è parte integrante del patrimonio economico, culturale e identitario dell’Italia e dell’Europa».
