Food

È carne, ma “veggie”. Il Parlamento Ue vieta la definizione

09
Ottobre 2025
Di Giuliana Mastri

Senza la presenza di carne, un hamburger o una salsiccia non potranno più essere chiamati tali.
Lo ha stabilito il Parlamento europeo, che da Strasburgo ha approvato un divieto sull’uso di termini come “hamburger” o “bistecca” per prodotti di origine vegetale. La decisione, motivata dall’esigenza di “chiarezza” e “tutela dei consumatori”, impone quindi l’abbandono di denominazioni ormai comuni come “veggie burger” o “scaloppine di tofu”.

Con 355 voti favorevoli, 247 contrari e 30 astenuti, gli eurodeputati hanno approvato un emendamento presentato dalla relatrice del Partito Popolare Europeo, Céline Imart, nell’ambito della riforma dell’Organizzazione comune dei mercati agricoli (Ocm). L’obiettivo generale del provvedimento è rafforzare la posizione degli agricoltori all’interno della filiera produttiva.

Secondo quanto approvato, termini come “bistecca”, “scaloppina”, “salsiccia”, “burger”, “hamburger”, “albume” e “tuorlo” dovranno essere riservati esclusivamente ai prodotti che contengono carne, intesa come “le parti commestibili di animali”. Sono quindi esclusi sia i prodotti vegetali, sia la carne “coltivata” in laboratorio, non ancora autorizzata nell’Unione europea.

Al momento, l’unico divieto già in vigore nell’Ue riguarda l’uso di denominazioni proprie dei latticini per prodotti di origine vegetale: per esempio, non si può parlare di “latte di soia”, ma di “bevanda di soia” o “bevanda d’avena”.

Già cinque anni fa l’Eurocamera era stata chiamata a esprimersi su un divieto simile, ma allora la proposta fu respinta. Questa volta, invece, il risultato è cambiato, anche grazie alla nuova composizione del Parlamento, benché l’esito del voto sia rimasto incerto fino all’ultimo momento. Lo stesso capogruppo del PPE, Manfred Weber, aveva definito la questione “una non priorità”, riconoscendo le divisioni interne al suo partito.

Il divieto è stato sostenuto dai gruppi di destra – PPE, ECR, Patrioti per l’Europa ed Europa delle Nazioni Sovrane – con l’appoggio di una settantina di deputati socialisti e liberali.

Tra gli eurodeputati italiani, il voto contrario ai “veggie burger” è arrivato compatto da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. “Una misura che tutela i nostri allevatori e garantisce trasparenza ai consumatori”, ha dichiarato soddisfatto Carlo Fidanza, capodelegazione di FdI. All’opposto, Alleanza Verdi e Sinistra e Movimento 5 Stelle hanno votato contro, definendo – per voce di Valentina Palmisano – la decisione “un’assurda caccia alle streghe”. Il Partito Democratico si è diviso, riflettendo le tensioni interne anche al gruppo socialista europeo.

Dall’Italia è arrivato il plauso di Coldiretti, che ha rivendicato il risultato come una vittoria nella lotta contro il meat sounding e a favore della tutela dei consumatori da pratiche commerciali ingannevoli.

Il confronto, però, non si chiude qui. L’Eurocamera dovrà ora avviare i negoziati con i governi dei Paesi membri per arrivare a un testo definitivo. I colloqui, che inizieranno la prossima settimana, si preannunciano complessi: in molte capitali europee si ritiene infatti che la questione sia più politica che tecnica, e solo marginalmente collegata alle norme dell’Ocm, pensate per rafforzare la posizione degli agricoltori nella catena produttiva.