Food
Baklava economy: il dolce turco che conquista il mondo
Di Elisa Tortorolo
C’è un prodotto turco che non conosce crisi, crea file dall’America al Giappone e ha appena convinto l’Unione Europea a concedergli uno status di protezione. No, non è un semiconduttore avanzato o una nuova lega metallica. È il baklava. Mentre il mondo (e specialmente quello dei golosi) oggi celebra la Giornata Mondiale di questo dessert, per gli analisti economici è l’occasione perfetta per “spacchettare” un business a 40 strati (come la sua pasta fillo) che dimostra una sorprendente resilienza e una strategia di mercato impeccabile.
Non è solo gastronomia, è soft power. Il baklava è oggi veicolo di “generose esportazioni” e di un “crescente numero di pasticcerie turche all’estero”. La Türkiye non sta solo aprendo ambasciate, ma “boutique di baklava” che attirano lunghe file. Questo posizionamento trasforma un dolce tradizionale in un prodotto di lusso accessibile, costruendo la reputazione del “Made in Türkiye” un vassoio alla volta.
Il vero cuore economico del fenomeno risiede però a Gaziantep, hub strategico riconosciuto dall’UNESCO come Città Creativa per la gastronomia. L’aspetto più rilevante è la protezione del marchio: il “Baklava di Gaziantep” è stato il primo prodotto turco a ottenere uno status di protezione dall’Unione Europea. È una mossa che blinda il prodotto dalle imitazioni e garantisce il controllo sulla catena di distribuzione, giustificando il premium price grazie a prodotti d’eccellenza come i pistacchi di Antep e il burro locale.
Un mercato maturo che, tuttavia, non smette di innovare. Il settore dimostra una notevole capacità di segmentazione dell’offerta, con varianti come lo Şöbiyet (con panna rappresa) o il Sütlü Nuriye (con latte, per chi cerca meno dolcezza). E ancora, il “baklava freddo”, un’innovazione recente con latte e cioccolato che intercetta un pubblico giovane e che è già diventato uno dei dessert più ordinati in Türkiye.
Insomma, il World Baklava Day non celebra solo un dolce, ma un modello di business che ha trasformato un’antica ricetta (radicata nel patrimonio UNESCO della yufka) in un asset economico globale, difeso da tutele legali, sostenuto da una filiera d’eccellenza e capace di innovarsi per non perdere quote di mercato.





