Fill the gap

Nel 2050 un pensionato per ogni lavoratore: l’allarme Inapp

29
Maggio 2025
Di Ilaria Donatio

Nel 2050 l’Italia potrebbe trovarsi di fronte a un passaggio epocale: per ogni lavoratore ci sarà un pensionato. È quanto emerge dal nuovo numero della rivista Sinappsi dell’Inapp – Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche – presentato al Cnel e dedicato al cambiamento demografico e alle sue conseguenze economiche. Il quadro delineato dagli esperti è chiaro: il sistema Paese è a rischio squilibrio strutturale, con un progressivo indebolimento della forza lavoro potenziale e un impatto crescente sulla sostenibilità del welfare.

Il tasso di dipendenza degli anziani – ovvero il rapporto tra over 65 e popolazione in età attiva (15-64 anni) – è già oggi oltre il 40%, e nel 2027 sfiorerà il 66%, restando ben al di sopra della media europea. Ma se si guarda al carico effettivo sulle spalle di chi lavora, la situazione è ancora più critica: oggi ogni 100 lavoratori italiani sostengono 60 pensionati (dato peggiore d’Europa), un rapporto destinato a crescere fino all’80% nel giro di due anni. Tradotto: per ogni cinque lavoratori, ce ne saranno quattro in pensione.

A rendere ancora più complesso lo scenario è la combinazione di tre fattori. Primo, la denatalità cronica: l’Italia è il primo Paese al mondo dove, già negli anni ’90, gli over 65 hanno superato gli under 15, e dagli anni Settanta non si registra più un tasso di sostituzione generazionale. Secondo, la decrescita demografica ormai strutturale: dal picco del 2013, la popolazione ha cominciato a scendere e il trend è destinato a peggiorare. Terzo, la riduzione delle donne in età fertile: anche un’eventuale risalita del tasso di fecondità non sarebbe sufficiente a invertire la rotta, perché mancheranno le “potenziali madri”, effetto di decenni di natalità bassa.

Per il presidente dell’Inapp, Natale Forlani, si tratta di un’emergenza «non solo demografica, ma economica e sociale», che impone «un ripensamento delle politiche pubbliche». Oggi i lavoratori over 40 rappresentano il 60% della forza lavoro e quelli over 50 hanno superato i 35-49enni. Entro il 2040, si stima che il Paese perderà circa 4 milioni di persone in età lavorativa. «Serve un investimento strategico nella silver economy – ha dichiarato Forlani – per coniugare l’invecchiamento della popolazione con il mantenimento della dignità, del benessere e della sostenibilità economica».

Il dossier raccoglie anche i contributi di demografi ed economisti come Gian Carlo Blangiardo (già presidente Istat), Francesco Billari (Bocconi), Alessandro Rosina (Cattolica), Corrado Bonifazi (CNR), Alfonso Giordano (Luiss) e Cristiano Gori (Trento), che tracciano una road map fatta di formazione, inclusione attiva, innovazione tecnologica e politiche integrate per la natalità. Perché, come si legge nell’introduzione, «la questione demografica non è solo un affare di culle, ma una sfida alla capacità dello Stato di pianificare sviluppo, coesione e competitività».

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